FERMO – Il primario del pronto soccorso di Fermo, Valentino, se ne è andato. Ha accettato l’incarico all’ospedale di San Marino, dove ha vinto il concorso. Ma ancora per l’Asur 4 è saldo al suo posto visto che il direttore generale Robert Grinta non ha ricevuto comunicazione ufficiale. Cosa accadrà, quindi, l’Asur non lo ha anticipato. Chiaro che il luogo più complesso e in difficoltà dell’ospedale di Fermo ora piomba in un rischioso vuoto di potere, che come sempre dovrà coprire il dottor Ciucani, vera colonna del Murri che già si fece valere dopo l'era Giostra.
E questo mentre il Covid continua a crescere, spingendo così la Regione Marche ad accelerare sulla somministrazione della quarta dose che è stata ‘sbloccata’ per tutti gli over 60 e non più solo fragili e anziani.
Requisito è che siano passati almeno 120 giorni dalla terza dose o dalla positività al Covid. questo ha spinto le persone a rimettersi in fila nei pochi centri vaccinali. Un grande supporto, come sempre, arriva dalle farmacie, grazie all’impegno di Federfarma. Questo l’elenco delle sedi pronte a somministrare dosi: San Serafino e Casali Manzetti a Montegranaro, farmacia Farroni a Montegiorgio, farmacia comunale Pharma Com a Fermo, farmacia Formentini Bruno di Ponzano di Fermo, farmacia Di Bacco a Lapedona, farmacia Beato Antonio ad Amandola, farmacia Luigi Marconi a Pedaso, Pompei a Porto San Giorgio, Lunerti ad Altidona, farmacia Montappone.
A queste si aggiunge il punto vaccinale di Montegranaro, aperto il sabato dalle 8.30 alle 13.30, ma è meglio prenotarsi; ad Amandola, il giovedì mattina, nelal sede della Croce azzurra a Porto San Giorgio il sabato pomeriggio.
"La notevole richiesta di prenotazioni testimonia la consapevolezza dei cittadini sull'efficacia del vaccino che, sebbene non dia la certezza di evitare il contagio, rappresenta l'unica arma a disposizione per proteggersi dalla malattia grave da Covid" ribadisce Paolo Sacripanti, presidente di Federfarma Fermo. Che poi aggiunge: "Nell'attuale quadro epidemiologico, la vaccinazione è fondamentale non soltanto per difendere le persone più vulnerabili dai rischi associati all'infezione da Sars CoV 2, ma anche per proteggere il servizio sanitario dalla pressione sulle strutture ospedaliere che può compromettere l'erogazione delle cure a beneficio di tutti i cittadini".
"Molte persone, soprattutto anziane, attendevano l'allargamento della campagna per mettersi in sicurezza e, specie nelle aree interne della nostra regione, si sono rivolte ai farmacisti rurali consapevoli del rapporto di fiducia e familiarità con i professionisti in camice bianco" sottolinea Marco Meconi, vice presidente di Federfarma Marche, delegato dei farmacisti rurali.