di Raffaele Vitali
FERMO – Il documento i 40 sindaci di Fermo l’hanno stilato. Ora sta al presidente della conferenza, nonché primo cittadino del capoluogo, Paolo Calcinaro, farlo arrivare all’assessore regionale Filippo Saltamartini, al presidente Francesco Acquaroli e ai vertici dell’Azienda Sanitaria.
Un documento che ha fatto discutere i sindaci, inutile negarlo. Diciamo che per arrivare all’unanimità non è stato facile: poteva partire con 30 firme in calce, alla fine sono 40. Non c’è destra o sinistra nella sanità, soprattutto per chi rappresenta la propria comunità.
“La sanità vicina ai bisogni dei cittadini e una sanità di efficienza vicina ai bisogni dei cittadini” è la base di partenza del documento. Che ribadisce uno dei punti ‘non considerati’ durante l’ultimo incontro a Fermo coni vertici della regione, quello del distretto unico. “Non ha senso, avendo tre Ambiti, questo crea solo una chiara impossibilità a sviluppare la programmazione socio-sanitaria. Serve quantomeno il distretto dei Sibillini” scrivono i sindaci.
Il timore che la riforma in atto per il Fermano significhi più mobilità passiva e soprattutto concorrenza dalle province vincine, non più da fuori Regione. “Serve la perequazione di budget. Il Piano sanitario regionale attuale non dà risposte alle problematiche già più volte elencate”.
Le criticità, scritte di nuovo nero su bianco, sono conosciute: numero di posti letto più basso delle Marche, quindi scarsa possibilità di degenza; offerta specialistica ospedaliera e territoriale carente. La prima risposta è negli investimenti tecnologici, ma anche ambulatoriali per ridurre i tempi di attesa.
E poi c’è l’emodinamica “che deve essere vera, in funzione h24. I nostri cittadini – ribadiscono i sindaci – hanno il diritto di probabilità di veder salvata la vita come gli altri. E per questo serve personale, ma non preso da altri reparti”. C’è poi il sistema emergenza che va potenziato, sapendo che “c’è una cronica carenza di personale”.
Importante anche la presa di posizione di tutti e i 40 sindaci in merito alla struttura di Campofilone, al centro di un braccio di ferro sui posti convenzionati e i pagamenti: “Può essere il perno di una prima perequazione di posti, darebbe supporto alle attività residenziali territoriali”. Si vedrà.
Ammettono i primi cittadini che molte criticità “hanno radici profonde e temporali” ma questo non basta per dire sì a tutto. “A oggi l’assessorato non ha preso iniziativa per colmare questa distanza e anzi qualora si procedesse alla divisione in AST sulla base di budget storicizzati ed in assenza di una previa perequazione del finanziamento alla AST4, gli squilibri si accentueranno ancora di più. In mancanza di questi essenziali e tangibili segni di correzione della passata politica regionale, da esprimersi in questo Piano, lo stesso documento – concludono duri e compatti i sindaci della provincia di Fermo - sarà attuato senza il nostro consenso”.