FERMO – La mozione aveva un solo e chiaro scopo: far convocare il consiglio comunale aperto sulla sanità. Con quale documento di base, per il consigliere Paolo Nicolai e tutta la minoranza, era il plusin più. Ed è per questo che l’azione politica di alcuni consiglieri di maggioranza è stata vincente. Questa è la politica, mediare quando il risultato da raggiungere porta vantaggi a entrambi.
“Un tema di vitale importanza per l’intera provincia, merita un confronto delle forze politiche, sociali e civili” spiega Manolo Bagalini della Città che Vogliamo, che ha presentato un emendamento subito sottoscritto da Massimo Tramannoni, Luigi Acito, Massimo Ferroni e Alessandro Bargoni.
La discussione era partita durante la Quarta Commissione ed è lì che nascerà il documento che sarà alla base del ‘consiglio comunale aperto’. “Nella sua compattezza, la maggioranza dell’amministrazione comunale ha dimostrato che su argomenti rilevanti e fondamentali quale la sanità, non si tira indietro aprendo anzi alla minoranza attraverso il dialogo e ogni forma di condivisione e collaborazione funzionali al miglioramento del bene del singolo cittadino e della collettività” ribadisce Bagalini.
Che però sa bene come il percorso per arrivare al suo emendamento non sia stato poi così agevole. perché dal sindaco in giù, diversi non erano convinti di questa ipotesi, consci che arriveranno duri attacchi alla regione, che in questa fase è molto amica di Fermo. A riprova, per lo zoccolo duro della maggioranza, le nomine dei primari, dei dirigenti apicali e anche le stabilizzazioni dei precari.
Ma non basta, i temi macro vanno affrontati ha ricordato a tutti Bagalini, che fa parte dell’anima left dei calcinariani. Sapendo che, sindacati a parte, il consiglio comunale aperto significa parola a Fabrizio Cesetti, il consigliere che di cose ne sa, avendo gestito in passato il Bilancio della Regione ed essendo considerato uno degli artefici del nuovo ospedale. Che trotta dal punto di vista della struttura, ma che ha ancora enormi lacune su tecnologie e soprattutto personale.
Perché ha ragione il dg dell’Ast di Fermo Gentili, servono più sale operatorie per ridurre le liste di attesa, ma poi è necessario avere il personale giusto per fale lavorare.
Se ne parlerà, probabilmente a settembre, nella massima assise civica. Un bel passo avanti per la politica cittadina, frutto di mediazione e condivisione di uno scopo: mandare un segnale forte a chi decide quante risorse e quando investirle su Fermo e il suo territorio.