Nel giro di 72 ore si è passati dal “se scrivete che il calzaturiero va male i giovani non si avvicinano” al “la sanità di Fermo è una eccellenza, il top delle Marche, basta fare il brutto anatroccolo”.
Non è quindi un dato che il distretto della moda sia quello che peggio va nelle Marche. Non è un dato che la maggior parte di perdita di posti di lavoro sia all’interno delle fabbriche calzaturiere, nonostante il blocco dei licenziamenti, perché chiudono direttamente. Non è un dato che l’ospedale di Fermo è l’unico a livello regionale che copre una intera provincia senza personale e con posti letto carenti.
Non è un dato che mancano venti medici al pronto soccorso, ovvero il 70%. Non è un dato che i cardiologi si contano sulle dita di una mano, manca emodinamica e non c’è più il primario. Non è un dato che le strutture territoriali arrancano per mancanza di personale.
Non è un dato che i giovani escono dalle superiori e non scelgono il distretto calzaturiero perché le aziende non sono in grado di far capire l’importanza di un lavoro e la rimuneratività e ancora non hanno scelto la strada per intraprendere il ricambio interno.
Bisogna fare attenzione quando si gioca sui numeri, perché poi ci si fa male. Anche quando ci sono i dati positivi, come Fendi che investe su Fermo o le aziende che grazie a innovazione, sostenibilità, prodotti concorrenziali brillano sul mercato della moda. Storie che raccontiamo, ma che non possono velare tutto il resto.
Quello che dispiace è che di fronte a questi temi, in particolare la sanità, la politica locale scelga il silenzio. Avere la possibilità di confrontarsi in maniera diretta e pubblica con l’assessore alla Sanità, Saltamartini, che lusinga Fermo come per dire ‘non chiedete che già avete tanto’, e rimanere in silenzio è drammatico. E questo è avvenuto all’ultima assemblea dei sindaci al teatro dell’Aquila.
Ci sono momenti in cui il silenzio fa rumore. Non è solo un’immagine da testo musicale, è la verità. Fermo si è scoperta in un pomeriggio di settembre essere un gioiello a livello sanitario. Altro che Cenerentola. Ma allora, cari sindaci, poi che vi lamentate a fare? Ci vuole coraggio per smentire l’assessore, ci vuole coraggio per ribadire che non si può nascondere ogni problema dietro le mani di Yehia e le spalle di Macarri, ovvero le due Ferrari citate dall’assessore.
Qui nessuno si sente Calimero e neppure il brutto anatroccolo, ma ci vuole realismo e polso fermo. Il nuovo Murri potrà anche essere l’ospedale di tutta la Regione, nulla da dire in contrario, ma questo va ricordato anche alle altre strutture in tempo di pace.
Sotto Covid il Murri è stato penalizzato in maniera pesante, anche per l’egoismo dei vicini. Per cui Saltamartini lo riempia di personale e tecnologia che poi a farlo funzionare ci penseranno quei medici che non amano essere lo specchietto per le allodole di un sistema monco a cui manca, da un anno, perfino il Dmo, ovvero chi guida l’ospedale nella sua interezza, non solo sanitaria.