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San Giorgio, il messaggio dell'arcivescovo Pennacchio ai politici: "Il nostro compito è dare speranza ai giovani"

23 Aprile 2024

PORTO SAN GIORGIO – Non manca nessuno per celebrare il patrono San Giorgio. Al fianco del sindaco Valerio Vesprini, con fascia tricolore, c’è il prefetto D’Alascio. Vuole conoscere il ‘suo’ territorio e sta presenziando a momenti istituzionali oltre che ai dovuti e necessari comitati per l’ordine e la sicurezza.

Con loro i vertici di tutte le forze dell’ordine della provincia di Fermo, con in testa il questore. E poi la politica, con la giunta sangiorgese, il presidente della provincia Michele Ortenzi, l’assessora di Fermo Annalisa Cerretani e la sindaca di Monsampietro Morico Romina Gualtieri. Poi tanti cittadini pronti ad ascoltare l’arcivescovo Rocco Pennacchio, che ha celebrato la messa.

Il santo patrono di Porto San Giorgio è stato un martire cristiano dei primi secoli sotto la persecuzione di Diocleziano. “Un soldato che – spiega Pennacchio - pur avendo di fronte una carriera luminosa, date le competenze e il coraggio, quando cominciò la persecuzione verso i cristiani, lui che aveva ricevuto una educazione cristiana, decise di non abbandonare la fede a costo della vita andando contro l’imperatore”.

E così San Giorgio è diventano uno dei martiri che ancora oggi ci sono nel mondo. “Ancora oggi, quando sembrerebbe assurdo morire per convinzioni religiose, assistiamo di frequente a questa esperienza. Soprattutto in Africa e in Nigeria particolare dove andare a messa non è un comportamento sicuro. Chiediamo alla parola di Dio di ispirare anche in noi i sentimenti di un’autentica testimonianza cristiana” prosegue.

Per l’arcivescovo, l’esperienza della fede rinnova il nostro cuore, il nostro animo, la nostra coscienza. “Superiamo i pregiudizi, non facciamoci incantare dai compromessi, così saremo davvero cristiani” chiarisce l’arcivescovo che manda poi un messaggio ‘politico’ ai tanti politici che ha di fronte.

“Il tema della speranza può sembrare spirituale, ma è un terreno su cui anche le istituzioni trovano una motivazione. Avere a che fare con una popolazione disperata, che non si aspetta nulla o che si sa mettere in gioco non è la stessa cosa. Come Chiesa (e sistema, ndr)abbiamo la responsabilità di offrire ai giovani la prospettiva di una vita diversa, che sappia dare risposte alle aspirazioni. Compito è orientare la speranza e dire che chi crede e spera non vanifica la sua vita” conclude Pennacchio che chiede agli adulti “di uscire dalla zona di confort e dare ai giovani la fiducia che serve”.

Raffaele Vitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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