di Raffaele Vitali
PESARO / MONTEGRANARO - “Potrei fare tanti ringraziamenti, ma sarebbe un lungo elenco. E così, scelgo la comunità islamica di Montegranaro e la chiesa ortodossa oggi presente in duomo”. Eccolo don Sandro Salvucci, da ieri vescovo di Pesaro, uno che unisce e di certo non divide. Una cerimonia lunga, bella, serena quella che l’ha visto entrare a Pesaro dalla porta principale, quella del duomo, e poi parlare dal palco in piazza del popolo, al fianco del sindaco Matteo Ricci.
La città l’ha accolto come meglio non poteva, con tanto di disegni sul pavimento che riproducono lo stemma e il motto scelto da Salvucci, maior est caritas, lungo via Rossini. E lui, con un sorriso incredibile frutto di una serenità interiore raggiunta grazie alla passeggiata mattutina tra i cimiteri di Corridonia, dove si trovano i suoi parenti più stretti, ha ricambiato senza promesse, ma donandosi.
Migliaia di fedeli ad assistere, centinaia di volontari in pettorina azzurra ad aiutare la macchina organizzativa di curia e comune. “Lascio Montegranaro dopo 29 anni. Come sono entrato in duomo e ho camminato sopra gli antichi mosaici, mi sono sentito parte di questa città. Voi ora siete la mia nuova famiglia”.
Anche se quella che l’ha accompagnato fino a oggi non mancherà mai. Erano in tanti i veregrensi. In testa il sindaco Endrio Ubaldi, con tutta la Giunta. E poi centinaia di cittadini che hanno seguito passo dopo passo l’ascesa del loro parroco. Eh già, parroco, come lui stesso ha rimarcato. “Non aspettatevi un grande discorso, non ho avuto tempo di prepararlo perché ho guidato la mia comunità come parroco fino all’ultimo istante. Molti mi hanno chiesto il mio programma: è semplice, vivere il Vangelo dalla testa ai piedi”. Sapendo che il suo motto, ‘la più grande di tutte è la carità’, segnerà il cammino di ogni parrocchia.
Ha commosso la folla quando si è disteso a terra, quando si è fermato davanti agli altri vescovi delle Marche, monsignor Piero Coccia su tutti che ha imposto le sue mani sul nuovo arcivescovo, seguito poi da Rocco Pennacchio, l’arcivescovo di Fermo, e Armando Trasarti, vescovo anche lui fermano di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola.
Migliaia di persone, dentro e fuori dalla chiesa, tutti davanti ai maxischermi che attendevano l’uscita del nuovo pastore per l’incontro in piazza del popolo con il sindaco Matteo Ricci. “Lei ci ha subito trasmesso speranza. La nostra – ha raccontato Ricci nel suo saluto – è una comunità forte, segnata però da nuovi disagi, soprattutto tra i giovani. Abbiamo speranza, ma sappiamo di dover lavorare molto”.
Non teme la sfida l’arcivescovo arrivato dal paese delle calzature. Lui con i giovani ha saputo dialogare, creando una rete molto forte, Veregra Up. Saprà fare meglio e di più anche a Pesaro, l’importante è che la curia lo ascolti, ne segua i dettami che sono, almeno per ora, quelli del parroco che ama stare vicino alle persone.
“Noi – ha ripreso Ricci - siamo sicuri che terrà per mano l'intera città, così come ha fatto in questi 18 anni Monsignor Coccia che ringrazio per tutto quello che ha fatto a Pesaro. Nel suo lungo percorso ha trovato nella città grande affetto, speriamo continui a starci vicino. A Pesaro i parroci da sempre sono parte di un percorso di coesione sociale, sono certo che con Salvucci altri ne avremo”.
Coccia, che lascia il suo posto all’ex parroco di Montegranaro, ha guidato la cerimonia: “Caro Sandro nel tuo ministero ti guidi la certezza che la missione del vescovo è quella di fare la volontà del Signore, di obbedire a Dio invece che agli uomini. Sono certo – ha aggiunto – che la tua esperienza di parroco abbia forgiato la tua dedizione. Ti affido alla Beata Vergine delle Grazie, a San Terenzio e alla comunità di Pesaro”.
Dopo tante parole, il momento di festa, con un semplice buffet che l’arcivescovo Salvucci ha voluto aperto a tutti, senza inviti: la sua chiesa sarà senza barriere, senza preclusioni, don Sandro ha l’indole del padre che abbraccia i suoi figli, sapendo che se servirà saprà però anche richiamarli all’ordine, dettando la linea se si dovesse sbagliare strada.