FERMO – Va in pensione il prefetto Michele Rocchegiani. “Ma non è solo un prefetto che esce di scena, Rocchegiani è molto di più” sottolinea Filippo Saltamartini che oggi è assessore regionale, ma che nella sua vita ha condiviso la divisa di poliziotto proprio con il prefetto che ha un passato meno noto e di grande impegno.
“Primo della sua classe di concorso in Italia nel 1986 della Polizia di Stato. Era la mente che ha corroborato il ministero dell’interno negli anni ni cui saltavamo le autostrade a Capaci con tonnellate di tritolo” racconta Saltamartini.
“Quest’uomo è uno di quelli che stava dietro le quinte, uno che ha collaborato con il prefetto De Gennaro, oltre che Pansa e Manganelli. Se lo Stato con le sue risorse non avesse sconfitto la mafia, l’Italia sarebbe stata un altro paese nel mondo. È stato uno di più bravi investigatori, tra documenti e ricerche, e quindi è un onore dargli una targa ricordo” aggiunge l’assessore, che con le sue parole stupisce la platea che nulla sapeva di questa pagina di storia di Rocchegiani.
“Ha dato tanto all’Italia, la lotta alla mafia è il nostro nuovo risorgimento. Il dottor Rocchegiani ha contribuito in modo determinante al percorso di sconfitta e indebolimento della mafia. Troppi uomini dello stato ci hanno lasciato in quegli anni, rappresentati puliti e bravi come te. Spero che i Communi se ne ricordino ogni volta che devono dedicare una nuova strada a qualcuno” conclude l’assessor e poliziotto che riesce a far emozionare Rocchegiani, sempre impeccabile: “La fortuna mi ha fatto incrociare con professionalità uniche, ho dato il mio contributo” le poche e sincere parole dell’uomo che da mercoledì sarà ufficialmente in pensione.
r.vit.
