di Raffaele VItali
PESARO – Questa è la VL di Meo Sacchetti. Correre, il più possibile, e fare canestro. Quando gioca contro la difesa schierata ancora un po’ soffre la Carpegna Prosciutto, ma la capacità di segnare dopo due passaggi ha fatto davvero male alla capolista Brescia. Anche perché dove non è arrivata la velocità, ci ha pensato Foreman che canestro da tre dopo canestro da tre ha dato fiducia a tutti i compagni.
Nasce così la vittoria per 93-83 che riporta Pesaro al terzultimo posto, alla pari con Treviso, sconfitta a Napoli, e le speranze di salvezza diventano più solide. Soprattutto per quanto fatto vedere dal nuovo roster che permette a Ford di fare il play aggiunto, a Bluiett di tirare coni piedi a terra, grazie agli assist al bacio di Cinciarini, e a Tambone di fare il cambio tattico.
Una serenità in attacco frutto anche di una fino a oggi sconosciuta aggressività difensiva. Le otto sconfitte difensive non vanno dimenticate, ma allenarsi la prossima settimana sarà più semplice. Non inganni il punteggio alto, perché Brescia canestro lo sa fare. Ma la squadra di coach Magro ha dovuto faticare e spesso affidarsi allo strapotere fisico in penetrazione di Petrucelli.
Dopo un paio di azioni Pesaro ha preso il comando della partita e non l’ha più lasciato, arrivando a toccare il + 13 a una manciata di secondi del terzo periodo.
Il primo quarto inizia con Totè e Cinciarini in quintetto. C’era grande attesa di capire come avrebbe schierato i suoi Sacchetti. Scegliere Totè è una scelta saggia, considerando che in casa lombarda gioca Bilan, un pivot vero: il lungo italiano di Pesaro torna quello di inizio campionato, segna dalla media, schiaccia, lotta a rimbalzo, accenna anche qualche aiuto difensivo.
L’inizio di partita è tutto suo. Fino a quando, con meno di 5 minuti da giocare, in campo entra Wright Foreman. Due palleggi e un tiro: è la prima tripla a segno che anima i tifosi (15-12). Che sia davvero buono? La conferma arriva dopo altri due minuti, secondo tiro e seconda bomba a segno.
Passa un altro minuto e, dop un assist da Nba dietro la schiena per McDuffie, si prende il terzo tiro e segna ancora dalla lunga distanza. Il pubblico esplode. Ma l’apoteosi arriva sula sirena del primo quarto: step back e quarta tripla a segno seguita da una grande esultanza (29-21). È il quarto perfetto per lo stile di gioco di coach Sacchetti.
Nel secondo quarto Brescia prova a far capire ai 5mila della Vitrifrigo Arena perché è prima in classifica. Pressing che manda in confusione l’attacco di Pesaro, tolta un tripla di Bluiett. E come spesso capita, se non segni poi fai falli banali. In tre minuti i padroni di casa sono in bonus, Brescia è a zero. È così che Massinburg porta i suoi a -3. Ma Totè vuole dire grazie per la fiducia a coach Sacchetti e si prende il suo spazio, sfruttando al meglio l’abilità di Ford di aprire i contropiedi dopo il rimbalzo.
Che sia una giornata di grazia lo dice anche Cinciarini: prima perde palla, poi sbaglia da tre, ma no si deprime, penetra ancora e segna tenendo lontana Brescia a cui da un bel colpo quando finta un passaggio, manda a farfalle Burnell e segna ancora, seguito poi da Foreman, che si era preso un po’ di meritato riposo (54-45).
È tutto molto bello per la Carpegna Prosciutto, ma ci sono ancora venti minuti di partita. Nel terzo quarto il protagonista che non ti aspetti è capitan Tambone. Trova minuti, un messaggio anche questo che il coach manda a tutto l’ambiente: c’è spazio per tutti, anche perché in campo bisogna correre difendere. La guardia dopo mesi di abulia offensiva prima segna da tre punti usando la tabella, poi bissa con una parabola a dire poco altissima. In mezzo, uno sfondamento preso da Foreman che dimostra al suo nuovo pubblico che no è solo una macchina da canestri e da tiri liberi (76-64).
È una Carpegna Prosciutto che gioca di squadra che si cerca in campo, che costruisce buoni tiri, ma soprattutto sporca palloni in difesa e corre. Non c’è Petrucelli che tenga, la concentrazione in campo è alta. E quando Totè commette fallo su Burnell mentre tira da tre, tutti battono le mani, perché non è stato un fallo da lentezza, ma da aggressività al termine di un’ottima zione difensiva. E il fato lo premia, visto che l’americano di Brescia fa uno su tre.
La ‘tigna’ chiesta dal sindaco di Pesaro Ricci poche ore prima del match è la grande protagonista della domenica che da troppo tempo il pubblico attendeva. Se c’è una nota negativa è in Bamforth, ma con questo Foreman quello che doveva essere il giocatore di punta della rosa biancorossa ha tutto il tempo per uscire dal suo personale tunnel fisico, più che mentale.