SANT’ELPIDIO A MARE – Mentre partiva una nuova lettera del sindaco Terrenzi, mentre si rialzava la voce dei docenti delle scuole elpidiensi, a livello politico il Partito Democratico agiva. “Abbiamo prima sollecitato il vicesegretario regionale Alessandrini, che è elpidiense, e tramite lui il presidente Anci Marche, Mangialardi, il senatore Verducci e la sottosegretaria Morani” spiega Loredana Marziali, segretaria dell’Unione comunale.
E l’azione ha portato a una risposta, quella della viceministra Ascani, anche lei Dem: “Il nostro obiettivo è non lasciare indietro nessuno e per questo saranno valutate le situazioni che riguardano i singoli contesti. Questo vale anche per le Marche, una Regione che è stata messa a dura prova dai terremoti degli scorsi anni: siamo impegnati a garantire agli istituti scolastici tutte le risorse professionali, e non solo, di cui hanno bisogno, per assicurare a ogni alunno il diritto allo studio e la migliore formazione possibile”.
La Ascani ha anche aggiunto che: “Siamo riusciti a ottenere invariata la dotazione in organico dello scorso anno, nonostante il calo degli studenti. C'è stato, nella scorsa legge di bilancio, uno spostamento di una piccola quota di posti comuni in fatto ai posti di diritto del sostegno, ma proprio in sede di organico di fatto, così come avviene ogni anno, potranno essere rivalutate le situazioni puntuali, considerando anche le risorse aggiuntive che il governo ha stanziato nel Decreto Rilancio proprio in vista della ripartenza”.
La speranza è che, come ribadiscono oggi gli insegnanti della scuola secondaria di Sant’Elpidio, “si pensi anche alla questione della carenza dei collaboratori scolastici, nonostante l’aumentato bisogno di pulizia e sanificazione dei locali e di sorveglianza degli alunni. Ma anche il grave problema che riguarda gli alunni con particolari bisogni educativi. La scuola secondaria perderà un docente di Sostegno in organico di diritto a fronte di un aumento dei bisogni educativi di questi studenti. Pertanto si ricorrerà a più personale precario, spesso non specializzato, con conseguente perdita di quella continuità didattica che è fondamentale per il buon esito del processo di insegnamento-apprendimento”.