di Raffaele Vitali
FERMO - Si è accesa una luce in fondo al tunnel, che è ancora lunghissimo. Un tunnel di burocrazia, che rallenta anche la volontà politica. Ma la luce in fondo è quella che illumina l’incrocio di paludi, uno dei più pericolosi della Provincia.
“Sono pronte le lettere per gli espropri, che riguardano tutto il blocco dei lavori: rotatoria, Lungotenna e corta direzione Torre san Patrizio, oltre che la rotonda sula Mezzina in zona ospedale” spiega l’ingegner Pignoloni, dirigente della Provincia di Fermo. Sul tavolo della presidente ci sono cartine e piani, l’impegno è massimo per risolvere un problema di viabilità che segna ormai da troppi anni la zona nord del capoluogo.
Il problema è sempre lo stesso: fare le cose quando ci sono quattro enti interessati. In questo caso: Provincia, Comune, regione e Anas. Una volta che le lettere saranno partite, si apre la parte urbanistica, che in realtà è stata già pianificata. “E questo accelera tutto”.
La formula scelta è quella dell’accordo di programma, che ha un iter molto più rapido rispetto alla classica variante. “Tra l’altro – prosegue la presidente – è un accordo che interessa completamente il comune di Fermo e quindi si lavora solo con un ufficio. Praticamente è il cambio di destinazione delle aree che vengono espropriate”. Sperando che i privati (una cinquantina sulla Lungotenna, un paio all'incorcio di Paludi sulla Statale) non si mettano di traverso, rallentando così la pratica.
Se non ci saranno intoppi, l’iter sichiuderà in un paio di mesi (marzo-aprile, ndr). Avendo già gli studi di fattibilità pronti, tutto diventa poi veloce. Anche se, soprattutto per la rotatoria, c’è sempre l’incognita Anas, che pur avendo già dato i suoi ok, dovrà sempre provare il progetto definitivo per poter poi andare alla gara e quindi all’appalto (obiettivo maggio). “Una volta terminato questo percorso, per i lavori, stando alla rotatoria che ha la priorità, serviranno una novantina i giorni”.
Tradotto, se la burocrazia non si metterà in mezzo, entro giugno si potrebbe vedere il primo cantiere in movimento. Anche perché i fondi vanno usati, il finanziamento regionale per i tre cantieri è spalmato su 2021 e 2022, quindi bisogna accelerare. “Spesso non si comprende perché un’opera fatica a partire, ma il lavoro che c’è dietro è enorme ed è quello che poi, quando si raggiunge lo sblocco burocratico, permette di concludere tutto” concludono i vertici della Provincia.