di Raffaele Vitali
FERMO - “Felice e onorata di diventare la responsabile della questura della provincia di Fermo. Vengo dopo il dottor Soricelli ed entro in una provincia che non conoscevo”. Rosa Romano è il secondo questore nella storia della di Fermo, la prima donna a ricoprire questo incarico nelle Marche.
Sulla questione di genere ha le idee chiare: “L’essere donna non ha mai influito. Ho sempre lavorato in maniera sinergica con tutti, la squadra è fondamentale. Sono in polizia dal 1985”. Ma che con il suo arrivo Fermo sia sempre più una provincia al femminile è un dato: prefetto donna, comandante della capitaneria donna, comandante della Mobile donna: “Una cosa è certa, amo lavorare coni giovani. Ne ho in questura, ne incontrerò tanti nelle scuole”.
Il vicario Messina in queste prime ore ha fatto da guida. “Sono stata conquistata da piazza del Popolo, un vero gioiello circondato da 40 comuni, da colline, da scrigni di storia. Le Marche? Conosco Senigallia e so che qui c’è una popolazione laboriosa, tenace e creativa”.
Esperta di questione legate all’immigrazione, madre di due figli, marito questore a Matera, la Romano è ‘nata’ con la divisa. “Non devo rivoluzionare nulla. Punto sulla continuità del mio predecessore che ha saputo fondare una questura. Credo nel lavoro svolto da Soricelli, ritengo che quanto fatto dagli altri vada migliorato, mai disperso”.
Priorità è il controllo del territorio:” Saremo in mezzo alla gente, in un rapporto continuo con la cittadinanza, prevendendo la criminalità. Dobbiamo far percepire al cittadino la sicurezza, è fondamentale. la possiamo raggiungere solo attraverso la presenza. Il nostro motto è ‘esserci sempre’. E noi lo saremo sempre di più”.
Non solo repressione: “Sono il questore dei cittadini, la mia porta sarà aperta per chi vuole collaborare, per chi denuncia i reati, per chi vuole confrontarsi”.
I dati statistici per lei sono la ‘sicurezza oggettiva’ importante per affrontare la realtà. Ma poi c’è la percezione del cittadino che cambia la vita delle persone. “Per questo dobbiamo fare squadra con le altre forze di polizia, con la Prefettura, con le istituzioni locali. Solo collaborando tutti insieme si trovano soluzioni”.
L’ultima esperienza l’ha portata in Veneto, “dove ho lasciato un pezzo di cuore come dirigente Polfer”. Ripercorre in poche parole la sua carriera: prima sede di servizio da vice commissario a Vibo Valentia, poi Genova, Bari, con 26 anni di questura e numerosi servizi di ordine pubblico, incluse quattro visite del Papa. Poi la promozione a vicario.
E oggi la nomina a questore: “Una grande soddisfazione, l’obiettivo che si pongono tutti i funzionari è diventare commissario della polizia di Stato”.