FERMO – Inserire nuove figure, certo, ma anche riqualificare e migliorare la competenza di chi c’è.
Si è chiuso un percorso formativo della Cna di Fermo dedicato al distratto del cappello. “Duecento ore finanziate dalla regione Marche” spiega il direttore Andrea Caranfa. Dietro il successo c’è stata FormArt. “La formazione on the job serve per riqualificare le risorse umane già presenti. Un bando gratuito per le imprese, finanziato via Fse dalla Regione. Abbiamo aderito, ha funzionato” introduce il direttore di Cna Fermo, Andrea Caranfa.
Formatori sono stati gli stessi dipendenti. “Noi crediamo nella formazione, è il solo modo per poter crescere in termini di fatturato e tecnologia. Soprattutto le piccole aziende devono poter puntare sul format on the job” prosegue Caranfa, ricordando che nel distretto del cappello fermano lavorano 600 persone.
Elisabetta Capuano, referente FormArt Marche, ha seguito il percorso. “Le imprese avevano chiesto di formare e riqualificare i propri dipendenti. La Regione ha strutturato un bando specifico che ha riguardato i cappellifici tra Montappone e Massa Fermana. Nuove competenze legate al processo produttivo, dalla scheda alla tecnologia fino al prodotto finito. Alla fine c’era pure un esame”.
Hanno aderito quattro aziende, ognuna con un suo percorso, hanno partecipato 30 dipendenti in totale. “Durante il corso hanno potuto capire cosa fa ogni settore dell’azienda. Un accrescimento che rende il dipendente più intercambiabile e pronto anche a livello di controllo qualità. Tutto è venuto dentro le aziende, gli stessi imprenditori hanno messo a disposizione le competenze che alla fine sono emerse visto quanto prodotto nelle tre ore finali di esame”.
Formatori interni, “questo utilizzo deve crescere”, ed esterni, grazie al finanziamento regionale. “Le imprese hanno contribuito pagando le ore di lavoro durante le quali c’era formazione. Un costo, perché in quelle ore la produzione in realtà si ferma”.
Soddisfatto è Attilio Sorbatti: “Non possiamo permetterci di avere una persona in un singolo macchinario. Per cui sapersi muovere su più fronti è fondamentale. Formarle non era semplice, con questo bando ci siamo riusciti e così in necessità compensiamo una eventuale mancanza”.
“Ogni mansione deve essere coperta. Abbiamo creato dei jolly” aggiunge l’imprenditore Felice Cecchi. Paolo Marzialetti, imprenditore della Paimar, ribadisce: “La nostra struttura artigiana richiede una formazione continua on the job. Di fondo la facciamo da sempre, in questo caso siamo stati finanziati. Nelle nostre imprese la formazione non si ferma mai. Le maestranze vanno rese protagoniste nell’evoluzione”.
In futuro? “Non facile intercettare nuovi fondi, perché il cuore degli investimenti regionali saranno destinati ai disoccupati, vedi il progetto Goal. Quindi abbiamo colto l’occasione. Noi chiediamo di tenere una fetta di fondi per le esigenze dei dipendenti ma non sarà facile, comunque monitoriamo” chiosa la Capuano. Anche se gli imprenditori ci sperano, Elisabetta Marini in testa.
L’importante è essere pronti, perché si parla di band just in time. “Brave le aziende, capaci noi a cogliere le opportunità” conclude Caranfa.