FERMO - Definizione di nuove strategie per il superamento della crisi e la ripartenza, potendo contare anche sullo strumento degli accordi di investimento e innovazione. Questo il sunto della legge, anzi pdl, che ha superato il placet della commissione sviluppo economico della Regione Marche presieduta da Andrea Putzu.
“Ci prefiggiamo – spiega il consigliere fermano – di rilanciare l'imprenditoria marchigiana, attraverso innovazione e investimenti, determinando di conseguenza la crescita occupazionale e la competitività del sistema Marche”.
La novità, per favorire investimenti in chiave digitale e tecnologica, modernizzando i sistemi di produzione e di erogazione dei servizi, è l’accordo di investimento e innovazione per la presentazione facilitata di progetti e proposte riguardanti ricerca, sviluppo, formazione, occupazione, riqualificazione energetica e ambientale.
Non è convinta della sua efficienza la relatrice di minoranza, l’ex assessora allo Sviluppo economico Manuela Bora: “Nella legge è stato infilato di tutto senza una idea chiara e senza avere in mente una strategia per innovare le Marche”. Anche se poi l’esponente del Pd trova anche del buono: “Giudizio positivo sugli accordi per gli investimenti, su cui tanto si è puntato in passato, e l'innovazione nelle aree interne e quelle colpite da crisi industriale rispetto alle quali già la precedente Giunta aveva avviato progetti di reindustrializzazione".
Putzu difende le scelte, anzi rilancia: “Questa è una legge che si concentra su imprese in grado di ricreare e accrescere la base produttiva e occupazionale, quindi imprese che hanno programmi di espansione e crescita attraverso la realizzazione di nuove unità produttive, l'espansione dell’esistente o il riutilizzo e la riqualificazione di unità produttive dismesse o inutilizzate. Crediamo che questo permetterà anche di cogliere le opportunità che provengono da fuori regione per realizzare sul nostro territorio investimenti innovativi, di impatto occupazionale e in grado di rafforzare e rigenerare le nostre filiere produttive".
Che poi è quello che ha fatto Fendi a fermo, rilevando uno spazio industriale dismesso da anni.
Raffaele Vitali