FERMO – Discussione lunga e dura in consiglio regionale, maa chi la riforma della sanità l’ha fortemente voluta no ha dubbi sulla bontà dell’operazione. È il caso di Filippo Saltamartini, assessore con delega. “La riorganizzazione del sistema sanitario nelle Marche porterà ad avere prestazioni mediche in tempi più veloci” ha esordito.
Non solo, la proposta di legge n. 128 che 'supererà' l'Azienda sanitaria unica regionale (Asur) riorganizzando la sanità regionale in cinque Ast (Aziende sanitarie territoriali) di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Pesaro - Urbino, che si affiancheranno all'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche e all'Inrca di Ancona, ha altri benefici.
“Attualmente c'è una lunghissima lista di attesa derivante dal fatto che la produzione dei servizi sanitari avviene in modo difforme – spiega Saltamartini - e questo non può determinare un livello omogeneo di prestazioni in tutta la regione».
Sul fronte delle scadenze dei dirigenti (a fine novembre) e le nomine di quelli nuovi (le Ats dovranno essere operative da gennaio 2023), l'assessore parla di “ultimo dei problemi”.
Molte le criticità sollevate dalle opposizioni, che erano emerse anche nell’incontro in piazza a Fermo di lunedì. “Non è un piano socio sanitario - ha attaccato Romano Carancini (Pd) -, è la riorganizzazione del sistema, cioè l'insieme del modello organizzativo. Il modello della aziende territoriali possiamo anche accettarlo - ha rimarcato - ma il modello organizzativo non deve andare distinto temporalmente dal piano socio sanitario che è lo strumento in cui ci sono tutti i temi e le risorse fondamentali. Le aziende devono riportare all'eguaglianza, allo stato attuale della sanità, - ha detto ancora Carancini -. Noi abbiamo dimostrato con documenti e numeri che tra le varie aree vaste, in termini di posti letto di quantità di risorse per abitante, di operatori, la situazione è molto diversa. Se facciamo un lavoro più serio, noi ci siamo”.