FERMO - Stefano Pompozzi, vicepresidente della Provincia di Fermo, i rifiuti tornano di moda. Come procede la raccolta differenziata nel Fermano?
“Buoni risultati. Oltre a essere arrivati a un insperabile 70% di quota provinciale, con pochissimi comuni che devono superare la soglia del 65, ci siamo messi in pari con i territori modello”.
Piano d’ambito, come funziona e cosa significa?
“Parliamo del documento che regola per ogni territorio provinciale la gestione del ciclo dei rifiuti. Abbiamo terminato l’iter politico e ammnistrativo a settembre, passati 60 giorni sarà operativo”
Per Fermo cosa significa?
“Tutto ciò che riguarda discariche, impianti e modalità di recupero rifiuti deve stare all’interno di percorsi. Come Provincia, oltre a essere stati tra i primi ad approvarlo, abbiamo potuto raccogliere i frutti di un lavoro che viene da lontano e ci ha permesso di redigere un piano che garantisce un’autonomia provinciale”.
Autosufficienza per ciclo integrato dei rifiuti, dallo smaltimento al compostaggio. Fermo?
“Il termine giusto è proprio autosufficienza. Tra ciò che esiste e ciò che è previsto, biodigestore inclusi, siamo efficienti. Raccogliamo, differenziamo e quel che avanza lo lavoriamo e poi lo abbanchiamo”.
Si arriverà mai alla tariffa provinciale?
“Non significa tariffa unica e uguale per tutti, ma una calmierazione in base al servizio necessario. Quindi ci sarà un piano tariffario, non la tariffa unica, per rispettare le economie virtuose”.
Sembra un iter facile. Ma nel Piceno, a pochi chilometri, è scoppiata la protesta. Come mai?
“Quello che mi auguro è che anche i territori confinanti trovino una sintesi condivisa. Non entro nelle problematiche di altri territori. Ma ci sono due elementi chiave: il primo è che come Ata di Fermo, nel gennaio 2019, a seguito di un’assemblea abbiamo votato l’interruzione della concertazione con le altre province. Il secondo è che dopo la valutazione di natura tecnica, abbiamo programmato l’utilizzo dei nostri spazi”.
Tornerà la discarica a prendere rifiuti da fuori? Discariche fermane a rischio esaurimento?
“Noi abbiamo aiutato ogni realtà provinciale delle Marche quando si sono trovate ad affrontare situazioni di emergenza. In caso di necessità ci siamo, ma qui bisogna programmare perché non siamo più in condizioni di ricevere rifiuti di altre zone. Ci auguriamo che gli altri territori riescano a fare sintesi senza fare affidamento sull’Ata 4 di Fermo, che ha un suo futuro programmato in autosufficienza che non si inventa e che invece noi garantiamo per decenni”.
Perché le discariche fanno sempre paura?
“Come capita per ogni impianto. Impatto visivo, olfattivo, salutare sono i temi che entrano in gioco. Ma la vera questione è come approcciarsi nel terzo millennio, sapendo che le discariche ormai sono veri centri tecnologici in cui si recupera prima di abbancare”.
La Regione che può fare?
“Quando redigerà il piano regionale di gestione rifiuti, mi auguro che parta dalle indicazioni delle Ata. Serve anche una definizione sui mezzi da usare, perché il biodigestore è fondamentale, ma magari cinque tra Fermo e Ascoli sono troppi, come gli otto previsti nella nostra Regione”.
r.vit.