AMANDOLA – “Sono e sarò il primo tifoso della ricostruzione nei prossimi anni. Quindi, nessuna polemica di fronte alle scelte legittime del Governo e di chi le ha contestate. L’importante è garantire il futuro ai territori”. A fine 2022 sono state registrate quasi 28 mila domande di contributo per la ricostruzione post sisma dell'Italia centrale, per un valore di 10 miliardi di euro (la metà del valore complessivo calcolato), con una crescita del 28%. Parte da qui l’ex commissario ala ricostruzione, che lascia il suo posto tra gli applausi, cosa non accaduta ai suoi predecessori.
Se Guido Castelli, neo commissario seduto al fianco di Legnini, vuole partire col piede giusto farà bene a lavorare il più possibile con Legnini almeno all’inizio, considerando che l’ex magistrato prosegue nel ruolo peer la ricostruzione di Ischia. “Dobbiamo essere fiduciosi sul futuro di questi territori e sulla fiducia dobbiamo investire. Per essere alimentata ha bisogno di fatti e realizzazioni” prosegue Legnini che ricorda come le richieste fino ad ora acquisite sono quasi il 57% di quelle attese e il 31% del valore.
“Abbiamo definito una stima complessiva dei danni prodotti dal sisma al patrimonio pubblico e privato, pari a 26,5 miliardi di euro, che non tiene pienamente conto dell'incremento elevato dei prezzi dei materiali edili registrato lo scorso anno, che può essere stimato in circa il 20%, facendo lievitare tale stima a circa 28-29 miliardi di euro” prosegue Legnini.
Il danno all'edilizia privata è quantificato in 19,4 miliardi di euro (19,6 tenendo conto anche della spesa per la ricostruzione assicurata da fonti diverse dal contributo sisma come il Superbonus 110% alternativo).
Il danno alle 4.631 opere e edifici pubblici danneggiati è stato stimato in 6,1 miliardi di euro, mentre quello delle quasi 2 mila chiese da riparare è pari a 1 miliardo di euro. Il comune dove si registra il più elevato valore dei danni all'edilizia privata è Amatrice, con 1,2 miliardi di euro, seguita da Tolentino, con 950 milioni, Camerino, con 896 milioni, Norcia con 831, Ascoli Piceno con 712, Arquata del Tronto con 632 milioni, San Severino Marche, con 575 milioni, Teramo, con 412 milioni di euro.
“Tenendo conto anche degli edifici e le infrastrutture pubbliche, delle chiese Amatrice resta sempre al primo posto tra i comuni del cratere per entità dei danni subiti, pari a 1 miliardo e 355 milioni di euro. Al secondo e al terzo posto, riflettendo il valore elevato dei danni al patrimonio culturale e all'edilizia pubblica, vengono Camerino, con quasi 1 miliardo e 200 milioni di euro, e Norcia con 1 miliardo e 167 milioni di euro al patrimonio edilizio complessivo” prosegue il commissario uscente.
La programmazione degli interventi sulle opere pubbliche distrutte o danneggiate dal sisma si è ampliata nel corso del triennio anche a seguito di un censimento capillare condotto sul territorio che ha fatto emergere numerose necessità non evidenti fino a quel momento, dai dissesti idrogeologico alle reti dei sottoservizi.
“La sicurezza del territorio e degli edifici sono stati un punto di azione imprescindibile. Lo studio integrale delle faglie attive e capaci con conseguente disciplina per evitare di ricostruire dove non si può. Lo studio di tutti i dissesti idrogeologici, penso alle mille frane valutate. Cinque-sei borghi non saranno costruiti dove erano e li abbiamo ricollocati. Altri in futuro dovranno seguire lo stesso iter, ma spetterà al senatore Guido Castelli”.
Grazie a tutto questo, si è passati dai circa 1.300 interventi finanziati con 1,8 miliardi dell'inizio del 2020 ai quasi 2.500 attuali, con un impegno di 3,6 miliardi di euro, in seguito all'ultimo ciclo di programmazione che ha interessato nuovi interventi di rigenerazione urbana connessi al danno da sisma per Lazio, Umbria ed Abruzzo, mentre il piano per le Marche, per circa 740 milioni di euro, è in corso di elaborazione da parte della Regione “che ha chiesto più tempo essendo tuto più complesso. Ma già hanno ricevuto 540milioni e altri 200 che compensano quanto avuto in meno in passato”.
Tutto in base al censimento dei danni, quindi partendo dall’equità. A questi si aggiungono 1.251 chiese e edifici di culto finanziati con ulteriori 800 milioni. Va ricordato che nel corso dell'anno è stato varato ed attivato il Programma straordinario per la ricostruzione di 450 scuole delle quattro regioni del cratere sismici finanziate con 1,4 miliardi.
Due altri aspetti Legnini sottolinea. “La ricostruzione va abbinata allo sviluppo, perché se il territorio si svuota non serve il lavoro. Il fondo complementare ha avuto questo obiettivo e ringrazio a chi ci ha lavorato”. Se qualcosa poteva essere fatto meglio “era dare qualche obbligo più stringente ai comuni e ai professionisti. Spesso i ritardi vengono impuniti al commissario, ma qui c’è un sistema polifonico. Ognuno deve seguire lo spartito, che sono le regole” puntualizza Legnini che ribadisce “di aver dedicato la vita, anche i fine settimana, alla ricostruzione”.
Il secondo punto è che la ricostruzione “senza professionisti pepati e formati, tutto è più difficile. In questi tre anni la legge ci ha chiesto e consentito di assumere 500 tecnici ammnistrativi in più peer gli uffici speciali e per i comuni. Da mille a 1500 dipendenti su quattro regioni, più di 400 stabilizzati”.
E ora si discute di un ampliamento di lavoratori stabilizzabili. “E di questo – è sicuro Legnini - c’è bisogno per poter procedere speditamente. E anche la struttura commissariale è stata adeguata a fronte di un volume ti di lavoro triplicato con dipendenti pubblici, con convenzioni e con esperti che la legge ci ha chiesto di contrattualizzare e selezionare. Scelte fatte sulla base di curriculum e non delle provenienze”.
Guido Castelli ha ascoltato il lungo intervento del commissario, ma non poteva esimersi dal parlare: “Grazie a Legnini peer il suo ottimo lavoro. I dati dimostrano il suo lavoro. Credo che la capacità di mantenere la forma di interlocuzione, raccolta paziente e determinata di consenso sulle scelte, sia stato il segreto degli esiti. La ricostruzione ha un suo sistema operativo che va rafforzato”.
Concorda sulla stabilizzazione: “Quel patrimonio umano oggi serve per la ricostruzione, poi diventerà un fattore per ogni comune nel rilancio. Ero sindaco il giorno della scossa, quindi comprendo bene quello che dice Legnini”.
Tre i punti della sua azione, emersi dalla conoscenza: “La prima è che la ricostruzione è dinamica, va sempre aggiornata e osservata. Sapendo che vanno sbloccate le cessioni dei crediti per non compromettere il percorso dall’apertura dal cantiere al collaudo; la seconda è che è una attività di relazione. Quanto è importante attualizzare il processo di cooperazione programmata tra pubblico e privato; la terza è l’evitare la casa ricostruita ma vuota, quindi puntiamo molto sul fondo complementare sisma. Dobbiamo concentrarci sui borghi meno facili da raggiungere, ma dove si può fare impresa e far rimanere anche il singolo nucleo familiare”.
In chiusura, dopo che il sindaco di Treia ha chiesto “di confermare tutta la struttura dopo un cambio al vertice già poco gradito, come chiesto dall’Anci”, e che il presidente Acqauroli ha detto "Legnini la aspettiamo presto nelle Marche, perché ci sno legami che vanno conservati", Legnini saluta ricordando ricorda il sindaco di Arquata Aleandro Petrucci e “il suo fare battagliero” e il sindaco Fontanella di Amatrice “che era un’altra spina positiva”.