di Raffaele Vitali
ROMA – Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, il punto questa volta lo fa a Roma, da dentro palazzo Chigi, dove ha sede il Governo. E al suo fianco ha voluto tutti i governatori, per il Lazio l’assessora Rinaldi, interessati dalle tremende scosse del 2016.
Con loro, anche la sottosegretaria al Mef Lucia Albano. “Territori che erano già in condizioni di affaticamento, colpiti da un terremoto violento” ammette il senatore.
Castelli presenta la ricostruzione ‘come una creatura viva’. L’ha vissuta da sindaco e poi da assessore con delega. “Aumento dei prezzi, 110%, il Pnrr: le imprese sono al centro di un boom di domanda. A questo si aggiunge il carico di lavoro per i professionisti. Di fronte a questo prima abbiamo semplificato le norme, poi abbiamo stabilizzato il personale che lavora sul sisma, siamo intervenuti sull’Iva e fino al 2028-2029 consentiamo gli Usr di mantenere le classi in deroga al numero minimo”. L’in più è la conferma del 110 Sisma, che permette un adeguamento sismico e un efficientamento energetico.
I NUMERI
Su poco meno di 4miliardi assegnati, il 45% delle attività deve essere avviato. “Abbiamo collaudato il 4% delle opere coperte dalle risorse. Diamo scadenze, ma diamo anche strumenti di supporto anche in vista del nuovo codice degli appalti” prosegue parlando in modo chiaro e semplice così che il messaggio arrivi a chi non è avvezzo a parlare di cantieri e vincoli.
Novemila i cantieri chiusi. 49mila le richieste di contributo attese, ma anche 28mila progetti non ancora presentati. “Ne mancano 21mila, ed è la sfida perché riguardano i borghi più devastati e complicati. La ricostruzione in privata nei primi 4 mesi del 2023 non è rallentata”. Il cruccio si chiama ‘nuclei fuori casa’ che sono ancora 14mila persone tra Sae e Cas.
“Il Governo Meloni mi ha attribuito ance il compito della riparazione, ovvero non lasciare le case vuote. Un piano di viabilità molto importante pensato con i Governatori che è un esempio di capacità di spesa, ci son 1,2 miliardi di euro, che diventano 1,4 grazie a risorse avanzate”.
A questo aggiunge Castelli le 228 scuole finanziate, molte costruite. E poi il Fondo complementare sisma via next Appennino con 615 milioni per le imprese del cratere, ma le domande valgono più del doppio. “1327 sono già stati approvati, per 3000milioni di stimoli economici”. Il sunto di Castelli è ‘efficacia ed efficienza’.
LUCIA ALBANO
L’onorevole di San Benedetto del Tronto, sottosegretaria al Mef, non poteva mancare: “Il Governo ci crede nella ricostruzione. La deroga alle classi e l’Iva sono aspetti importanti. La ricostruzione pubblica resta fondamentale, ancora di più in chiave ecosostenibile. Il cratere è il cuore del centro Italia, quindi dobbiamo trattarlo come tale. La questione Italia centrale deve essere centrale per l’Italia”.
QUI MARCHE
Il cuore del cratere è, purtroppo, marchigiano. “Combattere ogni anno per vedere garantire le scuole, era assurdo. Oggi finalmente superiamo criticità anche di indirizzo politico. Sono certo – riprende il governatore Francesco Acquaroli, accompagnato dal braccio destro Pistarelli - che questo possa fare la differenza, le comunità sanno che non è più solo burocrazia, ma c’è strategia. A sette anni di distanza non dobbiamo solo restituire un luogo da abitare. I cantieri aumentano, ma agire sui borghi è molto complicato. Il piano di ricostruzione di Arquata è un modello a livello internazionale, dobbiamo essere fiere e orgogliosi di questo. Noi vogliamo far tornare le persone nei borghi, ma con una prospettiva di vita reale. L’abbandono delle aree interne comporta conseguenze anche a valle e lungo i fiumi, il recupero degli Appenino è cruciale per l’Italia”.
QUI ABRUZZO
“Sette anni dal sisma, ma non tutti uguali. I primi quattro anni hanno scontato una modalità di ricostruzione che purtroppo non è stata funzionale, perché non si volle replicare quanto fatto a L’Aquila” riprende il presidente Marsilio che promuove la modalità di lavoro di Legnini e oggi Castelli. “Servivano nuove leggi e il Governo Meloni ci sta dando quello che serve. Con Acquaroli e Castelli facemmo una battaglia, non erano previste le strade, aver inserito una dotazione importante, ma con ancora più soldi risolveremmo problemi di accesso al meglio, superando disagi che oggi richiedono ancora troppi tempi. Sostenibilità è una strada dritta che abbassa l’inquinamento e migliora la vita dei cittadini”.
QUI LAZIO
È la più critica l’assessora: “Pochi cantieri aperti rispetto alle potenzialità. La pianificazione è mancata, servono strade. Ci sono troppe opere pubbliche appaltate e non avanzate, per non dire partite. Speriamo che il 110% prorogato nel cratere lo renda un luogo più appetibile”.
QUI UMBRIA
Anni in prima linea per la presidente Tesei, eletta nel 2019: “Il tema delle infrastrutture è prioritario, sia materiali sia immateriali. A noi serve la Tre Valli, con la galleria di Acquasparta. Solo così rifacciamo tornare a vivere i luoghi che restano sismici ma che se ben ricostruiti attirano”. Per la presidente una priorità c’è: Castelluccio, un progetto complesso e cruciale”.
I NODI DA SCIOGLIERE
Ricostruzione privata. “Il carico eccessivo dei professionisti, una mancanza di maestranze. Abbiamo casi di gare deserte per importi più bassi. Dobbiamo sostenere le Sua e accelerare le pratiche che richiedono interventi delle Sovrintendenze. Ci sono anche casi di disinteresse, noi vogliamo supportarla anche con personale che possa sostenere magari gli anziani o chi vive lontano. Passano gli anni, si perde il mordente, non è facile tornare nella propria casa anche se restaurata” chiosa Castelli.
Lavoro e internet. Dopo Della Vallee la sua fabbrica costruita da zero, poco si è mosso. Serve uno scatto anche da parte del mondo imprenditoriale. “Il Pnrr sisma ha portato a investimenti per decine di milioni. Ci sono due grandi imprenditori che stano usando il reshoring e i contratti di sviluppo (Ariston e Lube, nd). Ci sono risorse che le regioni hanno possibilità di riusare per creare lavoro e scegliere così di restare” chiarisce il commissario.
Che anche sulla connettività chiama in causa i governatori: “Noi stiamo agendo a livello di servizi e sensoristica, per garantire la sicurezza in luoghi percepiti in modo diverso. Poi con le regioni, che hanno la titolarità delle funzioni, c’è da affrontare il lato connessioni. Se ricostruiamo, lo Stato investirà sempre di più” conclude con il suo solito ottimismo Guido Castelli che parlando da palazzo Chigi e no da Ascoli o Ancona un risultato lo ha raggiunto: Tg1, Mediaset e le testate nazionali per un giorno si ricordano di quel centro Italia che tanto può dare, ma che a sette anni di distanza dal sisma ancora deve avere.