AMANDOLA – La ricostruzione è salva. Più o meno. Lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito previsto dal dl Superbonus non si applicherà agli immobili danneggiati dai terremoti di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, sia nel 2009 sia nel 2016. L'immmediata protesta bipartisan, guiidata da sindaci e in particolare onorevoli del Pd, ha avuto successo
Nell’ultima bozza di decreto, il Governo prevede che “la deroga trova applicazione nel limite di 400 milioni di euro per l'anno 2024 di cui 70 milioni per gli eventi sismici verificatesi il 6 aprile 2009”. Soddisfatti i due esponenti di punta di Fratelli d’Italia delle Marche, il governatore Francesco Acquaroli e il commissario alla ricostruzione, il senatore Guido Castelli.
Entrambi avevano scelto ieri un silenzio che aveva fatto discutere, ma ora hanno ritrovato la parola. “Il governo, nel decreto Superbonus, ha deciso di salvaguardare questa misura solo per il cratere sismico consentendo alla ricostruzione di non avere alcun rischio di interruzione. E questo non è mai stato in dubbio” prova a ribadire Acquaroli.
“Sappiamo quanto profonda sia la ferita che ha lasciato il terremoto e per questo la ricostruzione rappresenta una priorità, a tutti i livelli. Non posso che ringraziare il sottosegretario Lucia Albano, il commissario Guido Castelli, il ministro Giancarlo Giorgetti e tutto il governo guidato da Giorgia Meloni, perché ancora una volta hanno confermato, nonostante le difficoltà del momento contingente, sensibilità nei confronti di questo tema, vicinanza al nostro territorio e coerenza rispetto a quanto sempre dichiarato”.
Ancora più chiaro è Castelli, con tanto di video in cui ricorda le stabilizzazioni e l’aumento delle risorse per far fronte al caro materie prime da parte del Governo: “In questo nuovo decreto legge sul 110%, diversamente dalle indiscrezioni iniziali, le ragioni del cratere sono state rispettate, sono certo che questa attenzione non verrà meno. Ho personalmente rappresentato al governo le esigenze del cratere e la certezza di non essere lasciato solo (a conferma che il problema c’era, ndr). Il decreto - sottolinea il commissario - consentirà ai proprietari degli immobili lesionati o distrutti dal sisma di continuare a sommare il contributo sisma alle agevolazioni offerte dal 110%”.
Le modifiche attese sul 110% non si applicheranno alle aree del sisma 2016 e 2009, così recita testualmente la lettera b del comma 1 dell'articolo 1 del provvedimento appena bollinato e che oggi sarà alla firma del presidente della Repubblica.
“Mi auguro addirittura che aggiornando il contributo sisma si possa rapidamente fare a meno del 110%, che per i proprietari degli immobili danneggiati si era proposto come strumento difensivo e integrativo - non certo speculativo - rispetto al contributo parametrico sisma«, conclude il commissario.
Dopo 48 ore di polemiche, quindi, si chiude la partita che aveva unito sindaci e governatori di ogni colore contro la decisione del governo Meloni. “Senza le modifiche - aveva spiegato il primo cittadino di Amatrice, Giorgio Cortellesi - saremo costretti a mettere in campo azioni clamorose”. Importante stata la presa di posizione chiara e immediata del vicepremier Antonio Tajani di Forza Italia. Il rischio, come sottolineava l’ordine degli architetti, era che i cittadini fossero costretti a reperire personalmente le somme necessarie o a lasciare i lavori incompleti.
Timore che sono stai spazzati via da una modifica del decreto. La ricostruzione, lentamente, può andare avanti.