AMANDOLA - “Sei anni fa ad Amatrice e nei paesi limitrofi sono state lasciate sole decine di migliaia di persone. È una spianata desolata, questa non è emergenza e questo non è uno Stato serio”. Ci vuole Guido Bertolaso per dire quello che uno si trova davvero davanti agli occhi. Possiamo parlare di gru, di cantieri in partenza, di numeri, ma l’ex commissario a L’Aquila non mente.
La giornata del ricordo e del silenzio, come l’ha definita il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli aggiunge che ". Stiamo cercando di dare alle comunità colpite le risposte necessarie per poter tornare a vivere la loro terra, pur con tante difficoltà anche legate al rincaro dei prezzi delle materie prime e alla carenza di imprese", ha avuto anche una veloce appendice politica.
Irene Manzi, prossima onorevole del Pd, ha indirettamente mandato u messaggio a Salvini e al suo intento, una volta al Governo, di inserire in posizione chiave proprio l’ex sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi: “La determinazione del domani però è proseguire con l'importante lavoro iniziato dal Commissario Legnini, con il Testo Unico della Ricostruzione di prossima pubblicazione, con le risorse ed i bandi per i territori resi operativi grazie a NextAppennino. Con un metodo di lavoro che ha fatto del confronto con i territori (istituzioni, cittadini, associazioni, uffici, tecnici ed imprese al lavoro dal 2016) lo strumento per procedere con impegno per la ricostruzione dei nostri territori”.
Quella condivisione necessaria innanzitutto con il Parco Nazionale dei Monti Sibillini che è totalmente ricompreso all'interno del cratere sismico. Tutti i 16 comuni che ne fanno parte hanno subito le devastazioni del terremoto che, a più riprese, ha colpito l'area dei Sibillini, a cominciare dalla prima scossa del 24 agosto 2016.” Abbiamo lavorato per accelerare, per quanto di nostra competenza, l'uscita dall'emergenza che, purtroppo, per alcune situazioni, perdura. Il nostro obiettivo rimane quello di tutelare e valorizzare lo straordinario patrimonio ambientale del territorio dei Sibillini, ma - si sottolinea nella nota - vogliamo farlo in armonia con chi lo abita, lo vive o vi svolge attività produttive e di servizi, agevolando gli interventi della ricostruzione”.
Bisogna accelerare, lo sanno tutti, perché di resilienza non si vive ma solo sopravvive. Ma bisogna anche farlo in sicurezza, lo ricorda Antonio Fiore, presidente nazionale Sigea, la società italiana di geologia ambientale: “La prevenzione sismica è annunciata dopo ogni forte terremoto e mai attuata; una circostanza che è alimentata dall'assenza di terremoti nell'arco del mandato politico e degli attuali candidati”.
Secondo Fiore, “tolti isolati casi, i ritardi accumulati nella ricostruzione hanno generato nelle popolazioni locali un diffuso malessere con la desolazione la stanchezza, la frustrazione, la sfiducia e l'esasperazione a dominare gli stati d'animo; malessere che si avverte anche nelle istituzioni locali”. Chi vive tra i Sibillini sa il bello che ha attorno, ma anche il rischio.
Per questo bisogna agire bene: “La zona – conclude il presidente dei geologi - è ad altissima pericolosità sismica come gran parte della catena appenninica. La stessa area era stata colpita da forti scosse di terremoto nel passato. I principali terremoti storici sono avvenuti nel 1639 (magnitudo 6.2), 1646 (magnitudo 5.9) e nel 1703 (magnitudo 6.9); ma oltre alle vittime, quello che purtroppo dobbiamo ricordarci nel nostro Paese è la mancata prevenzione del rischio”.