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Ricerca, innovazione, progresso: la sfida di Fermo Tech è entrare nelle imprese. "Da oggi nel mercato coperto si crea futuro"

12 Luglio 2024

di Raffaele Vitali

FERMO – Il Fermo Tech ha la sua casa, definitiva e operativa all’interno del Mercato Coperto. Una realtà che unisce pubblico e privato e che, pochi mesi fa, ha fatto l’ultimo salto con la nascita di una società che è presieduta dal professor Michele Germanie, include due università, tre società private e partner istituzionali.

Chi ci crede al momento è il mondo istituzionale che intercetta finanziamenti pubblici, ingenti, e poi li trasforma in servizi. O almeno questo è l’obiettivo. Da capire se il sistema saprà diventare davvero il riferimento per portare innovazione, competenze e progresso dentro le imprese. A cominciare da quelle ‘mature’ della moda.

Perché la realtà virtuale o dell’extende reality che si muove dietro il visore è interessante, ma è chiaro che gli esempi del mobile e delle auto sono più semplici rispetto al resto del core business del Fermano. “Ma noi non ci fermiamo sul territorio, vogliamo diventare un riferimento quantomeno regionale” sottolinea Michele Germani. Che insieme con il sindaco Paolo Calcinaro è il più sorridente.

Per il prof il Fermo Tech (2.0) è un salto di qualità. Si passa dal piccolo e umido Buc nel centro di Fermo a una super sede che permette di inserire anche una maxi stampante 3D, da un progetto nato con i soldi intercettati dal comune di Fermo all’interno dell’Iti Urbano a un potenziale business se macchinari e ricercatori, pagati  dall’Euf di cui il Comune e la Carifermo sono soci, sapranno entrare dentro le aziende, ‘vendendo’ competenze che normalmente si vanno a ricercare lontano dalle Marche.

“Ogni spazio che rinasce è vita, è crescita, è sicurezza” sottolinea il prefetto Edoardo D’Alascio, che non è voluto mancare. Lo ascolta il rettore dell’Università Politecnica che è il vero motore del progetto, come riconosce il rettore di Camerino Leoni. “Voglia istituzionale di collaborazione. Non è scontata e non la riscontro in molti posti in giro per l’Italia, mentre a Fermo c’è. Perché – riprende Gregori - si respira attaccamento per il futuro. Noi ci siamo e cerchiamo di essere utili come università. Fermo Tech è ricerca e deve essere al centro degli investimenti”.

Lo capiranno le imprese? Resta la domanda. La prototipazione virtuale potrebbe attrarre, perché se ben fatta abbatte davvero dei costi. Guido Castelli, commissario alla Ricostruzione, ci crede: “Trasferire saperi e competenza al mondo produttivo è la sfida”. E come lui l’Unicam: “Questa piattaforma rientra in un disegno che si è costruito grazie al Pnrr, al Pnc, a fondi che danno la possibilità ai territori  di godere di una rete di infrastrutture, di ricerca e sviluppo tecnologico”.

Per Calcinaro è il coronamento i un percorso su cui ha investito tanto, supportato dall’assessora Annalisa Cerretani e poi da tutto l’ufficio tecnico guidato dal dirigente Paccapelo, che ringrazia a nome di tutti. “Noi ci abbiamo creduto e oggi qui ci sono dei ricercatori che hanno come sede contrattuale Fermo. Siamo andati quindi oltre il percorso accademico, coinvolgendo con loro delle aziende private che credono nella fornitura di servizi e digitalizzazione che nascono dentro questi spazi” spiega il sindaco.

I tre partner privati da fuori provincia che portano know how e tecnologia sono More, NextLab e Morphica. “Siamo partiti da un finanziamento della regione Marche, intercettato dal comune che ha poi aggiunto una quota per poter iniziare. Abbiamo scelto di impegnare l’amministrazione anche nella sfida della crescita economica della città, favorendo lo sviluppo e il lavoro. Non è un caso che qui oggi ci sono Confindustria, Cna e Confartigianato, oltre che i sindacati: hanno trovato nel Comune un partner solido”.

Per la prima volta si apre così il piano mezzanino dell’ex mercato coperto, che è sempre stato un deposito: “Oggi è il luogo in cui si crea il futuro” ribadisce ricordando che siamo di fronte a solo un sesto della struttura: “Noi vogliamo che questa struttura sia il cuore pulsante del centro cittadino. Il piano sopra è in fase di arredamento, è la nuova sede dell’ITS”.

Magari il Fermo Tech diventerà un perno della valle dell’innovazione che l’Europa, dopo il parere presentato da Andrea Putzu e approvato all’unanimità a Bruxelles, vuole realizzare, anche nelle Marche. Puntando anche sulla sostenibilità.

Tra l’altro Fermo non resterà neppure sola, perché c’è un territorio che ripone fiducia in Michele Germani e in tutto il suo team. Lo spiega bene Michele Ortenzi, presidente della Provincia e sindaco di Montegiorgio: “Abbiamo partecipato come comuni a un bando del ministero della Coesione insieme con Univpm, Nextlab, Uniurb e Unicam e abbiamo vinto. Ci sarà un’appendice, Fermo Tech Extended, nei comuni del cratere a Montegiorgio e Massa Fermana. A settembre inaugureremo una sede provvisoria di un progetto che durerà di certo tre anni, ma speriamo che poi possa proseguire. Un percorso legato al trasferimento tecnologico, all’innovazione per le imprese del made in Italy, qualcosa di fondamentale per chi si muove nel cratere. E per il distretto del cappello ancora di più”.

Mentre la politica parla, i ricercatori nei laboratori mostrano le tecnologie, dal robot che permette di raccogliere dati sul terreno, al mondo 3D di Paolo Senesi, uno dei cinque ricercatori che sarà stabilmente all’interno della struttura. Finalmente, dopo la corrente alternata che a mosso il biennio di Fermo Tech all’interno del Buc. “Stiamo lavorando – racconta – anche a un progetto con i musei di Fermo per renderli ancora più accessibili, sullo stile del museo Omero”. Ma di questo si  parlerà più avanti.

Ora c’è un sistema da far trottare per rendere i fondi pubblici un volano economico. Come chiede la Carifermo che è al fianco del Fermo tech e promette di esserlo anche delle imprese che vorranno usarlo per implementare tecnologie e competenze.

“L’intelligenza artificiale – conclude Germani – avrà un posto speciale. Intanto nel campo del Crm, perché le aziende hanno bisogno di implementare marketing e approccio al cliente. Ma poi ci saranno tanti altri settori di applicazione”. È pronto alla sfida, come lo sono le tre società private e lo si evince dalle parole di Berdini, Nextlab: “Trasferire conoscenze alle imprese è una sfida. Ma qui lo facciamo in rete, insieme”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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