PORTO SAN GIORGIO - Riapre la Rsr di Porto San Giorgio. Dopo quasi un anno, la Residenza sanitaria riabilitativa dell'ex ospedale, da inizio ottobre, accoglierà i primi pazienti. Al massimo diciotto. Perché, ai quattordici letti ordinari, se ne potranno aggiungere altri quattro.
Se un paziente si dovesse positivizzare durante il ricovero, andrà in una stanza a parte. La struttura servirà l'Area vasta 4, ma non solo. Perché «ragioniamo come Asur e sarà a disposizione di tutti i pazienti della regione», spiega il direttore dell'Area vasta 4, Roberto Grinta. Ma non dei pazienti che hanno bisogno della riabilitazione dopo il Covid. E che continueranno ad andare «nelle strutture convenzionate e pubbliche dedicate».
Pareti rinfrescate e giardino curato: quello che manca alla Rsr per essere completa è ancora la piscina per la riabilitazione. «L'abbozzo è qui fuori da decenni, ma non si è mai riusciti a realizzarla. La piscina serve per dare dignità al servizio e completare la risposta che possiamo dare», dice il sindaco Nicola Loira. Grinta non entra nel merito, si limita a un “valuteremo l’operazione magari unendo pubblico e privato”.
Che rimarca: «Siamo la prima città che, tanti anni fa, ha rinunciato al proprio ospedale, per un progetto di rete, mentre tante comunità restano ancora attaccate ai loro ospedali, per trarne un vantaggio politico». Ma oggi è stato il giorno della Rsr. «Un giorno importante – per Grinta – perché riapriamo una struttura riabilitativa che ha una forte integrazione tra ospedale e territorio. È un grande segnale di ripresa delle attività. La politica sanitaria regionale comincia a dare i suoi frutti».
Quella che vuole riaprire gli presidi territoriali. «C'è un ospedale in costruzione – dice Mauro Lucentini – che deve essere riempito di contenuti e per il quale serviranno investimenti ulteriori, ma va anche premiata la medicina del territori, con le sue specificità. Non ci serve un assessore che ha la residenza a Fermo, ma uno o tanti assessori che si ricordino che Fermo non può essere lasciata sola e che questa provincia, la più piccola ma con il Pil più alto della regione, deve essere rappresentata degnamente», aggiunge il parlamentare. Parla di «giorno in cui riusciamo a vedere un orizzonte e di dimostrazione della nostra visione e degli impegni presi in campagna elettorale», il consigliere regionale Marco Marinangeli, affiancato da Jessica Marcozzi.
«Vogliamo – chiosa – che tutti i nostri ospedali tornino ad avere una dignità». Giovedì 30 settembre, Regione e sindaci si riuniranno per parlare di sanità. Sul tavolo, i soliti nodi che aspettano di essere sciolti.
Francesca Pasquali