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Retina d'Oro, il basket incorona Costa. "Modello in campo e dietro la scrivania della Vuelle". Ario: "Belli i premi, ma è ora di vincere"

23 Agosto 2022

di Raffaele Vitali

PESARO –La Retina d’Oro parla pesarese. Uno dei premi più ambiti del mondo della pallacanestro va ad Ario Costa, presidente della Vuelle Pesaro e colonna del basket nazionale.

Un crescendo rossiniano per il 2022 di Costa: prima il ritiro della maglia, oggi il riconoscimento creato da Unicredit. Aggiungiamo anche una nuova Vuelle costruita per tempo e con tanta qualità frutto di ottime scelte e di certezze economiche.

Un premio passato dalle mani di Dino Meneghin a quelle di Dan Peterson, da Carlton Myers a Barack Obama (2012), da Ettore Messina a Danilo Gallinari fino a Papa Francesco nel 2021.

Mauro Rufini è l’ideatore del premio insieme con Giampiero Caneschi. “Nel 2002 abbiamo pensato di celebrare il meglio del basket. Partendo da una banca e da Roma abbiamo attraversato i confini nazionali approdando in Eurolega e in Nba. È un marchio di eccellenza del basket. Vogliamo valorizzare il movimento e i valori dello sport”.

Ribadisce un concetto chiaro il presidente: “Chi gioca a basket non si limita a giocare. È un riferimento sociale, è sempre più collegato all’autismo e all’inclusione, iniziata con le carrozzine”. Ma perché Ario Costa? “Una carriera ad altissimi livelli con due scudetti e due coppe Italia in 12 stagioni a Pesaro, 431 gare disputate, oltre tremila punti realizzati e mille ne ha segnati in Nazionali. Continua come dirigente e presidente di Pesaro, storica piazza. Il nostro albo d’oro si arricchisce di un grande personaggio”. Lo ascolta Walter Magnifico, che per un giorno resta un passo indietro all’amico e compagno di una strada che non sembra avere fine.

Costa è stato anche a Roma, ricorda il vicepresidente Caneschi con un velo di malinconia stringendo la mano al premiato a cui chiede dopo trent’anni di spiegare la scelta: “Me ne andai dopo un ottimo anno, tra l’altro con Repesa. Eravamo in Eurolega, semifinale scudetto. Poi arrivò una proposta da Napoli così allettante come progetto tecnico che mi sono fatto influenzare e me ne andai. Fu un errore, lo ammetto”.

Costa non è uno che si emoziona, ma il premio lo condivide con tutto il mondo che lo circonda: “Prima abbiamo incontrato Franco Bertini, mi ha detto ‘ora basta premi. Bisogna cominciare a vincere’. ha pienamente ragione. Speriamo di farlo quest’anno. So quanto pesi questo premio nel mondo della pallacanestro. Faccio i complimenti a chi lo ha ideato. Non pensavo a tanto, spero di averlo meritato e di confermarmi in futuro”.

Un posto speciale la retina lo avrà in casa Costa: “Non è a solita coppa, la retina rende davvero il senso della pallacanestro. Diciamo che non l’ho mai tagliata dopo gli scudetti, ora finalmente ne ho una tutta mia” conclude il presidente della Vuelle strappando il sorriso anche ai consorziati che non sono voluti mancare in un giorno di festa. E con loro l’assessora Mila De Dora e il prefetto Ricchiuti insieme al suo vice.

@raffaelevitali

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