di Raffaele Vitali
RAPAGNANO – Si alza la polvere attorno al futuro cantiere che trasformerà un’area inutilizzata in una grande residenza sanitaria alle porte di Rapagnano.
Pochi giorni prima del voto, il 23 settembre, era stato pubblicato il decreto del dirigente regionale Marco Nocchi che autorizzava la realizzazione di un complesso con 155 posti letto di residenziale e 20 di semiresidenziale diurna. “Un’offerta – spiega l’ex sindaco Remigio Ceroni che ha seguito la pratica dal punto di vista urbanistico – che va a garantire un servizio al territorio. Parliamo di qualcosa che non c’era e che aiuterà famiglie persone nella gestione delle situazioni più delicate. Qui parliamo di una società proprietaria dell’area che ha deciso di investire nella nostra zona, portando solo benefici. Mi pare incredibile che si possa polemizzare su qualcosa che ricalca perfettamente il piano sanitario regionale”.
Le polemiche sono quelle che ha sollevato Fabrizio Cesetti, consigliere regionale fermano, che chiede in maniera chiara alla Giunta di “revocare il decreto che autorizza la realizzazione del complesso sanitario di Rapagnano”.
Per lui “è una mossa che promuove un’idea commerciale dei servizi assistenziali e sociosanitari nettamente in contrasto con la missione di un’efficace e solidale politica socio-sanitaria che la Regione Marche stessa dovrebbe perseguire prioritariamente e coerentemente con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.
Ceroni è chiaro: “La regione ha fatto le sue verifiche, in maniera autonoma, e ha dato il suo placet”. Dietro la struttura una società di Terni che in zona Osteria realizzerà le tre strutture per persone non autosufficienti, con problemi di demenza, disabilità e disturbi mentali. Nel dettaglio: 30 posti di cure intermedie, 6 per disabili, 39 per non autosufficienti in un blocco; 40 cure intermedie, 20 centro diurno nel secondo blocco; 21 di struttura residenziale per salute mentale e 19 come comunità protetta.
“Io credo che l’obiettivo della Regione Marche – conclude Cesetti – debba essere l’occupazione al 100% dei posti già disponibili e accreditati, convenzionati e convenzionabili con il Sistema sanitario regionale. Tra l’altro, rispetto al fabbisogno di residenzialità e semi residenzialità nell’area anziani socio-sanitaria, l’attuale offerta nell'Area vasta 4 è ampia, differenziata per setting gradualmente articolati e comunque potenzialmente incrementabile con le stesse strutture”.