Il report della protezione civile su quanto accaduto nelle ore dell’alluvione fa capire la violenza dell’evento. Nel rapporto della Protezione civile sono descritti i fenomeni meteorologici avvenuti, “che evidenziano l'eccezionalità delle caratteristiche di un evento atmosferico di tale portata, che ha una probabilità di accadimento una volta oltre 1000 anni”.
L’eccezionalità dell’accaduto è provata dal fatto che “le aree alluvionate dal fiume che hanno occupato anche terreni deposti come minimo in epoca medioevale”. Quindi andando in zone assolutamente mai prima toccate.
“A livello puntuale la stazione pluviometrica di Colle situata tra Montecarotto e Serra de Conti ha superato negli intervalli 3 e 6 ore con 162,4 mm e 186,4 mm i record storici di precipitazione di tutta la serie registrata nelle Marche a partire dal 1929” prosegue il rapporto.
La furia del fiume ha spazzato via anche gli idrometri posizionati all’interno di Misa e Nevola. “L’acqua ha sormontato i sensori senza dargli neanche il tempo di segnalare l’aumento dei livelli registrati. Questo ha reso impossibile il monitoraggio strumentale di quanto si stava verificando. In un intervallo di un’ora all’incirca tra le 20,30 e le 21,30 si è in pratica passati da una situazione misurata di pochi centimetri di acqua in alveo, ad una situazione di assenza del dato” conclude la Protezione civile regionale.