PESARO – Quanto pesa questa vittoria. Perché Verona è davvero un’avversaria difficile, soprattutto per Pesaro. Ha fisico, ha ritmo e ha talento, tutto quello che serve a coach Ramagli, il grande ex, per rendere indigesto il sabato sera ai tifosi della Carpegna Prosciutto. Ma ci vuole altro per mandare fuori giri l’allenatore della Vuelle.
Una partita a elastico che ha cambiato padrone più volte. Pesaro costante, tolto un inguardabile terzo quarto che prosegue per un altro minuto nell’ultimo periodo. Poi la resurrezione con il giocatore meno atteso, Totè e soprattutto Cheatham che è l’unico che da lontano ha un minimo di continuità.
Jasmin Repesa ruota i suoi uomini, esagera anche perché un paio li manda totalmente fuori ritmo in più di un’occasione. Da Kravic, che si chiama fuori da solo, a Charalampoupolos. E ci sarebbe anche Moretti, ma il play ormai ha capito il suo coach e quando ibernato torna in campo a 2’ dalla fine prende palla, penetra, subisce fallo e segna due liberi d’oro (71-71).
Ma non basta, perché dopo l’errore in lunetta di Smith, la palla torna a circolare in casa Carpegna Prosciutto e Kravic, da centro boa, alza la testa e trova Moretti. Il play mette a posto i piedi e nella serata più storta della Vuelle dalla lunga distanza mette la bomba che fa impazzire Ramagli.
È il basket, sport che sa regalare grandi gioie, ma che, pensando alla tripla uscita non si sa come di Sanders che avrebbe chiuso il march a un apio di minuti dalla fine, è anche amaro. Nessuna delle due voleva perdere. Verona, dopo l’ennesimo time out prova ad approfittare dell’errore dalla lunetta di Abdur-Rahkman che non chiude il match. Ma il ferro dice no, anche ad Anderson, il migliore degli ospiti.
Fortunata la Carpegna Prosciutto, perché con tutti i rimbalzi in attacco di Verona poteva davvero perdere. E invece, Smith sbaglia ancora ed ecco la vittoria (76-73) che per una sera vale il terzo posto in classifica.” Abbiamo sbagliato tantissimo, tanti tiri forzati, tanta sofferenza a ribalzo. Ma Pesaro non muore mai” sentenzia coach Repesa.
Raffaele Vitali