PESARO – E così alla fine Repesa è tornato davvero sulla panchina della Vuelle Pesaro. Ma qualcosa è cambiato dalla ‘prima’ volta. Questo il coach lo deve avere ben chiaro.
Quando scese dal catamarano due anni fa, Repesa era qualcosa di insperato, quell’in più per una squadra da anni in difficoltà che faceva sognare. Se vogliamo, al tempo la scommessa fu di Repesa sulla Victoria Libertas e non il contrario. Oggi la realtà è diversa. È Repesa che deve dimostrare di meritarsi di nuovo la gloriosa panchina che Luca Banchi ha saputo rimettere al suo posto, ovvero tra le migliori otto d’Italia.
Quando il coach croato se ne andò, l’amarezza fu tanta. C’era un contratto, ma più forte fu la volontà di tornare nella sua vera casa, la Fortitudo. Che si sa non essere la squadra più amata a Pesaro.
L’intelligenza del coach, oggi, è di non aver giocato troppo al tira e molla, dimostrando di volere davvero Pesaro. Certo, un triennale a 61 anni lo ottengono in pochi. Speriamo che Ario Costa abbia blindato il contratto, con una bella penale in caso di fuga, fosse anche in barca a vela.
Tra i tifosi la voce più ricorrente era che ‘Repesa è uno che solo con il suo nome fa mercato’. Potrà dimostrarlo rapidamente, sapendo di avere una squadra coni conti in ordine, un main sponsor entusiasta del suo ritorno, Andrea Beretta, e un altro che si muove dietro le quinte, ma come gli attori più ambiziosi ogni tanto fa capolino aprendo il sipario, Lorenzo Pizza.
Se la dirigenza biancorossa, che ha messo da parte i pensieri da ‘tifosi’ sullo smacco di un anno fa e ha ragionato da uomini di basket, saprà dare un’identità anche al rapporto con il re del calcio a 5, il budget crescerà e allora Repesa avrà quel che vuole, diventerà davvero ‘Repesaro’ e non troverà nessuna scusa credibile per andarsene di nuovo in anticipo.
Raffaele Vitali