di Raffaele Vitali
FERMO – “Io sono il futuro”. Si presenta così Fabrizio Cesetti, assessore regionale uscente che ha un obiettivo preciso: essere il più votato. Ma prima, un pensiero a chi è stato colpito dal sisma: “Quattro anni fa la nostra regione è stata segnata e insieme la ricostruiremo” promette e aggiunge: “Sono coerente con la verità. Due responsabilità: non aver preteso che il commissario ad hoc fosse per le Marche e fosse Ceriscioli, ché avrebbe saputo chiedere e ottenere lo snellimento delle procedure; non aver gridato contro le politiche di inadeguatezza dei governi, anche i nostri, visto che ancora ricordo le chiacchiere di Renzi. Su questo punto il presidente poteva fare di più. Ora serve una legge speciale, punto. E allora anche il nostro progetto con l’Istao sarà possibile”.
Si presenta con il dossier aperto sul tavolo, un report che parte dal 18 aprile 2015, giorno della sua presentazione come candidato consigliere. “Tu mantiene la parola sulla parola” gli ha detto un cittadino ripensando al suo percorso. “Sono andato ben oltre l’impegno assunto con i cittadini. E questo perché ho fatto il mio dovere”.
IL BILANCIO PERSONALE
Cita i successi: il no alla centrale a biomasse, il finanziamento all’ospedale di Fermo, “abbiamo subito inserito i 70milioni poi aumentati di altri 30 per renderlo più grande con 362 posti letto”, il sostegno alle Province, smantellate ma vive; le infrastrutture; l’avvio delle politiche a sostegno della crisi del distretto; la sanità. Cinque anni fa è partito con lo slogan ‘In regione per un Fermano più forte’, oggi ribadisce che ha fatto del fermano un territorio con dignità “e ora voglio far diventare ancora più importante”.
Nel Fermano ha portato, dal 2015, 255milioni di euro di risorse. E nel bilancio 2020-22 altri 38 milioni sono già stanziati. “Cifre senza precedenti, più in questi cinque anni che nei 45 precedenti”. E questo nonostante le tragedie e le difficoltà affrontate: aeroporto, Banca Marche, terremoto e pandemia.
Bilancio, patrimonio, enti locali, informatica, aree di crisi: “Sono stato assessore quasi a tutto e l’ho fatto per la Regione e non per il Fermano. Ma avendolo fatto con equità e giustizia ho potuto dare al territorio quello che gli spettava. Anche alla Provincia, ben amministrata, che è solida e sana nonostante una riforma che ha lasciato tutti in difficoltà”. infine, le aree di crisi che lo hanno impegnato, da quella picena alla fabrianese fino all’ultima nata con il fermano-Maceratese che comporta 30milini di investimenti “con l’impegno della Regione di implementare le risorse se necessario”.
VICEPRESIDENZA
Di fronte a tutto questo, lo dice con orgoglio, “sono di nuovo qua”. Per completare il lavoro, per rendere concreti i progetti: “Non ho tempo per le chiacchiere, lavoro per progettare e realizzare. E quindi vado avanti, metto in campo le progettualità. Per questo dico, senza arroganza ma con determinazione, che sono qua non solo per arrivare primo, ma perché voglio arrivare primo nelle Marche e poter così chiedere al ‘presidente’ Mangialardi, la vicepresidenza. Perché è giusto così, il ruolo va al più votato”. E se il criterio saranno capacità e competenze “non ho problemi, di certo non mi mancano”.
FUTURO
Il futuro significa completare l’ospedale di Fermo e quello di Amandola. Significa dare sostanza all’area di crisi, realizzata con tutto il territorio nel tavolo per lo Sviluppo insediato con intelligenza dalla presidente Canigola che ha dato un senso al ruolo del capoluogo, che va oltre le pelli e calzature: “Serve la forza di esplorare nuove vie di sviluppo dall’agroalimentare al turismo passando per la cultura con un esempio su tutti: Monte Vidon Corrado”. Ma area di crisi è anche infrastrutture, perché se la Regione finanzia una mostra, ma ci vogliono ore per raggiungerla, l’azione è monca.
Scogliere e porto sangiorgese, insieme con le strade: “L’A14 è la priorità, ma non parliamo di arretramento che è una fesseria fino a Pedaso e che serve solo a non fare nulla. Partiamo intanto con il nostro tratto, poi ragioniamo sull’azione fino all’Abruzzo, condividendo ogni passaggio con Porto San Giorgio, città destinataria delle opere compensative principali visti i disagi che avrà”. Poi la Mezzina e la Mare-monti, “che decollerà con le opere compensative della terza corsia”, e che la Regione ha iniziato a finanziare con una cinquantina di milioni spalmate negli ultimi anni tra circonvallazione di Amandola, variante Molini, rotatorie, corte: “Ma è ora che il governo faccia la sua parte, passando dalle parole ai fatti. Di certo per ora c’è solo il finanziamento del ponte che dal casello di Porto Sant’Elpidio arriverà sulla Lungotenna”.
Promuove Livini, “ma sa che deve attivare l’Emodinamica, le risorse ci sono. E so che il direttore generale ci sta lavorando. A noi l’equipe mobile non serve, l’infarto non ti avvisa, serve solo per gli interventi programmati”.
E poi la medicina territoriale, con ambulatori e ospedali periferici “che abbiamo riconvertito e che devono tornare protagoniste. Basta con le economie in sanità, ce lo ha insegnato il Covid 19 che oltre a trovarci impreparati ci ha fatto capire il senso dei nostri limiti e delle politiche errate nella sanità, ma non nelle Marche dove Ceriscioli ha gestito in modo eccellente”.
L’EX PRESIDENTE
“Per me è il miglior presidente della Regione Marche dal 1970 a oggi. Ma non è bastato per la riconferma. E Mangialardi ha saputo fare quello che Luca non riusciva: unire il centrosinistra”. Ci sono sette punti da recuperare, come riuscirci senza usare ‘Ceriscioli’ da cui Mangialardi ha preso le distanze? “Lo sostengo a Maurizio, anche se non nomina Ceriscioli. Io mi candido per garantire la continuità del suo governo pur essendo consapevole che servono elementi di innovazione. Che non significa il cambio delle persone, perché ritengo che la Giunta uscente abbia lavorato molto bene, abbiamo gestito ogni momento da campioni tanto che abbiamo uno dei migliori bilanci d’Italia, con il debito ridotto del 31,8%”.
L’EUROPA
Non teme le sfide: “L’ospedale sembrava impensabile finanziarlo, ci abbiamo messo 110 milioni. Sembrava impossibile l’Iti Urbano di Fermo e invece ecco 6,2milioni, su mia proposta, nonostante fosse stato escluso dalla gara”. Oggi c’è l’Europa, con recovery Fund e Mes, con circa dieci miliardi per le Marche. teniamo conto che il bilancio complessivo è 4 miliardi, di cui 2,9 vanno alla sanità.
IL PENSIERO LOCAL
Vuole al suo fianco Renzo Interlenghi, candidato sindaco a Fermo: “L’uomo che mi è stato più vicino nella sfida impossibile per la provincia di Fermo, orgoglio della mia intensa vita politica e amministrativa. Lui affronta una sfida possibile. Il ruolo di Fermo è fondamentale, ma il capoluogo ha bisogno della politica e la politica di questa città. Si devono ritrovare attorno a progetti lineari, come quello di Interlenghi, o se di idee diverse almeno definiti”.
E se non fosse chiaro, “i fatti sono argomenti testardi” conclude il candidato che si sente già vicepresidente “perché ogni errore commesso siamo in grado di correggerlo”.