FERMO – Cento firme, cento fasce tricolori che provano a smuovere la situazione politica. Sono i sindaci che chiamati all’azione da Area 70, l’ala di maggioranza del Partito Democratico, hanno deciso di sostenere la candidatura di Maurizio Mangialardi, attuale sindaco di Senigallia, nonché presidente Anci Marche. Ed è il piano B per non lasciare il campo libero al gruppo che fa capo a Matteo Ricci, quello che dopo la Mancinelli prova a piazzare ai vertici della Regione l’ex capo della Protezione Civile Oreficini.
Mangialardi, diversamente da Ceriscioli, piace a più parti politiche, è evidente guardando le firme del Fermano. Si va dagli attesi Loira e Terrenzi, alle sorprese Rotoni e Taffetani, che però credono nella capacità del sindaco di Senigallia a prescindere dalla tessera. Hanno firmato anche, tra gli altri, Marinangeli, Caraceni, Cesetti, Vergari e Scendoni. Niente autografo invece da Franchellucci, che da presidente Ali si attiene alle indicazioni del leader Ricci. Ed è interessante questo quadro, perché per la prima volta differenzia l’azione di Anci e Ali ed è una situazione che acuisce la spacctura nel pesarese, dove non mancano le pressioni sui sindaci che hanno firmato perché ritirino l'appoggio a Mangialardi, e viceversa.
Nel mentre Sauro Longhi prosegue il suo cammino, noncurante di quello che accade attorno, concentrato sul far passare tra la gente ‘Le Marche ideali’. La forza del rettore ormi è innegabile, ne sono consci per primi dentro il Pd. Ma è anche interessante la posizione di Fede, il senatore 5 Stelle che più di altri sta intervenendo sulle regionali mentre si sta per votare online sul candidato governatore grillino: “Noi siamo aperti al dialogo su idee, non certo ad accordi politici. Questi i nsotri candidati: Stefania Martinangeli, Stefania Pancioni e Andrea Quattrini per Ancona; Catia Rolandi per Fermo; Gian Mario Mercorelli per Macerata e Giancarlo Fichero per Pesaro”.
La scelta dei sindaci di puntare su Mangialardi è anche il modo della politica di non delegare in tutto a un civico il suo futuro. Mangialardi, infatti, se dovesse superare la prova interna, con l’avvallo della prossima direzione, rinviata per coronavirus a data da destinarsi (c’è chi parla di giovedì ma dipende da Ceriscioli e romani, ndr), sarebbe il vero interlocutore di Sauro Longhi, con cui potrebbe nascere il ticket che il centrosinistra giudica vincente. Chi da presidente e chi da vice poi lo si vedrà, ma su questo Area 70 è totalmente aperta al dialogo.
Raffaele Vitali