di Francesca Pasquali
FERMO - Una “casa” per festeggiare i primi cento anni di vita. Chiama a raccolta imprenditori e tifosi, la Fermana, che stamattina ha presentato la campagna di crowdfunding per trasformare la “casetta rossa” nella casa dei gialloblù. Con un museo e un negozio al piano terra della struttura a due passi dal “Recchioni”.
Quella che adesso ospita gli uffici della società e che, se il progetto andrà in porto, diventerà anche la culla della storia canarina. La Fermana ci ha messo del suo, ha spiegato il direttore generale Fabio Massimo Conti, e i primi lavori sono cominciati. Per trasformare il sogno in realtà, ha proseguito, serve l’aiuto di tutti. Da qui la raccolta fondi, che andrà avanti fino a fine maggio.
Il traguardo minimo è stato fissato a 30mila euro, quello massimo a 270mila. 250 euro la donazione-base. Il 5% delle donazioni dovrà arrivare da donatori qualificati. «Ognuno potrà dare il suo contributo, mettendo un mattoncino in questo progetto, che è ambizioso per la società e per i tifosi e che diventerà un bene comune, un luogo da visitare per gli appassionati di calcio, ma anche un simbolo per la città e non solo».
Per realizzarlo, la Fermana s’è affidata alla società di crowdfunding The Best Equity, che garantirà che le donazioni vadano a buon fine. «Chiedere sostegno a una città in un momento del genere è un atto molto coraggioso: significa che c'è certezza assoluta sulla passione di questa città e sui cuori che battono per questi colori», il commento del responsabile della comunicazione, Francesco Caielli.
Per convincere i sostenitori a fare la loro parte è stato anche realizzato un video. Con le immagini storiche e quelle attuali della squadra. E con il patron Maurizio Vecchiola e Alberto Scarfini che spiegano la bontà dell’iniziativa. «Il recupero della "casina rossa" – ha detto l’assessore comunale allo Sport – fa parte del progetto di riqualificazione sportiva delle zone in disuso della città. È una struttura che appartiene allo sport fermano e che, adesso, ha la possibilità di essere ampliata con uno store e un museo».
A ogni donazione corrisponderà un “benefit”, «per ridare indietro un po' di quello che si dà». Per esempio, un abbonamento allo stadio, quando ci si potrà tornare. «Non avere sportivi sugli spalti – la chiosa del presidente della Fermana, Umberto Simoni – ci ha doppiamente penalizzati, sul lato economico e su quello sportivo, ma abbiamo reagito. Speriamo che il prossimo anno vada meglio. Faremo, come sempre, una squadra per andare ai play-off, poi si vedrà».