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Realtà aumentata per assistenza in remoto, analisi dei mercati studiando i big data: il futuro si costruisce al Buc con Fermo Tech

12 Luglio 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – La prima notizia è che il laboratorio è pronto, quindi Fermo Tech, il piano da 2milioni di euro per l’innovazione delle imprese e non solo, può finalmente iniziare. La seconda notizia è che da lì dentro le aziende partecipanti al progetto costruiranno un pezzetto del loro futuro grazie a tecnologie cucite in modo sartoriale, al contempo replicabili e vendibili al termine dei primi due anni di percorso.

Maxi investimenti: 6milioni di fondi comunitari, un milione cofinanziato da imprese e università, un altro del Comune. Dentro l’Iti Urbano ci sono 4milioni di opere pubbliche, in primis il mercato coperto, 500mila euro di politiche attive del lavoro, due milioni per Fermo Tech. “Un progetto che ha coinvolto non solo imprese del territorio: una arriva da Bari, un’altra è una company nata per questo progetto, ovvero More che è anche capofila e ha al suo interno Websolute, azienda pesarese quotata in borsa con 160 dipendenti” introduce Annalisa Cerretani.

GLI OBIETTIVI

Il primo, semplice, è potenziare il laboratorio: “Abbiamo 450mila euro di tecnologie da inserire. Ci siamo presi un po’ di tempo per non sbagliare” chiarisce Germani. Insomma, entro fine anno la struttura sarà davvero un gioiellino. “Anche perché – riprende il docente della Politecnica – il laboratorio non è fine a se stesso. Noi stiamo lavorando per il lungo periodo. Il progetto dura di per sé due anni, ma deve affrontarne almeno altri 5-10. E infatti da qui a due lustri coinvolgeremo dieci ricercatori che saranno in laboratorio, lavoreranno nella formazione. Da qui devono uscire giovani con conoscenze specifiche su tecnologie utili e mirate alle imprese”.

Molto dipenderà da come sapranno muoversi i due technologies provider e le università da un lato, le aziende hand user, ovvero gli sperimentatori delle tecnologie scoperte, dall’altro". Il compito è sviluppare tecnologie personalizzate per le imprese. Perché quelle che fanno parte di Fermo teche ne sono le beneficiarie, ma poi la tecnologia deve diventare la base di sviluppo del sistema manifatturiero in generale”. Anche perché poi la vendita delle tecnologie, che probabilmente sarà gestita da una nuova società pubblico-privata che nascerà al termine del progetto, permetterà a Fermo Tech di durare nel tempo. “A questo si aggiungeranno finanziamenti di diverso livello, visto che il nostro piano è ben alienato con Horizon Europe” ribadisce Germani.

Cosa succederà dentro il Buc? Un esempio è lo studio sulla augmented reality per Savelli, che permetterà una manutenzione a distanza o l’analisi dei mercati, tramite i big data, per Elisabet. "Ma per ogni realtà ci sono obiettivi concreti che pian piano usciranno”.  

Ricerca innovazione, trasferimento tecnologico e formazione per la creazione di imprese. “Questo polo di ricerca può diventare un riferimento quantomeno anche per Umbria e Abruzzo. Laboratorio è una impresa dedicata alla ricerca. Bisogna essere capaci di sostenerla”.

L’AMMINISTRAZIONE

Il Buc Machinery, sede provvisoria di Fermo Tech in attesa del recupero del mercato coperto, “confidiamo entro il 2023” precisa Ingrid Luciani, nel suo passato è stato un laboratorio per mocassini, poi è diventato una biblioteca. Oggi unisce le due funzioni e torna un mix tra studio e lavoro. Tutto è partito proprio con Ingrid Luciani, oggi alla guida dei Lavori pubblici, e il dirigente Gianni Della Casa, oltre al funzionario Fabio Ragonese, e ora prosegue con l’assessora Cerretani e la volontà del sindaco Paolo Calcinaro. “Un cambio di passo per il centro storico. La sede è provvisoria, ma è anche al centro del cuore della learning city” aggiunge Luciani.

Non solo lavori pubblici con i milioni arrivati dall’Europa, vi Regione. “Una scelta che ci dà ragione. Ampliamo lo spettro territoriale del capoluogo. Perché il centro ricerca immetterà servizi sul mercato che faranno bene al distretto, ma non solo. E poi c’è il legame con le Università che continua a crescere. A cominciare da ingegneria gestionale, che ha triplicato i curricula della fase magistrale. E ora sappiamo che c’è una ulteriore possibilità, per fare ricerca a Fermo o entrare nelle aziende che partendo da qui svilupperanno un percorso interno”.

LE UNIVERSITA’

Il rettore della Politecnica, Gian Luca Gregori, parte dalla slide riassuntiva, con tutti i loghi. “Fotografa i rapporti interistituzionali. Due università insieme non è scontato, correttezza e amicizia legano noi e Camerino. E poi ci sono i legami con le istituzioni e i privati. Un aspetto determinante. La grande impresa ha centri e laboratori interni e spesso da lì uscivano i premi Nobel. Oggi il sistema è cambiato e creare un laboratorio che fa ricerca e si interfaccia con le imprese è una scelta intelligente. È qualcosa che si è fatto sempre di rado. Università troppo legate a modelli standard e così le imprese, oggi li cambiamo. Diamo atto al professor Germani (responsabile del progetto, ndr) che ha saputo tessere la rete”.

Lunghezza d’onda simile per Claudio Pettinari, rettore Unicam: “Uno degli aspetti chiave è che i nostri risultati li conseguiamo perché ci sono persone che lavorano. Possiamo creare contenitori e laboratori, ma poi servono le persone. Che dobbiamo formare per renderle protagoniste. I giovani non sanno cosa significa ricerca industriale, stiamo recuperando il gap”.

Bertini è il dirigente attività produttive della regione Marche. “Innovazione è una strada obbligata. Imprese hanno bisogno di conoscenza per diversificare uscendo da specializzazioni tropo rigide. Investiamo 300milioni in ricerca, dovremmo raddoppiare. Per 20 anni ho lavorato in questo settore in Emilia Romagna e i risultati si sono visti. Ora le Marche hanno l’occasione di rimontare e ci credo, qui abbiamo una imprenditoria capace di investire e creare e quattro università”.

Una garanzia è il capofila, l’ingegner Mattioli, fondatore e presidente di Websolute e cofondatore di More. “La squadra è nata un anno fa attorno all’augmented reality che va però abbinata ai contenuti. Noi puntiamo su accrescimento e aumento delle dimensioni delle imprese”. Il partner principale, l’ingegner Berdini, aggiunge: “Siamo qui perché contesto favorevole con l’amministrazione locale. E perché ci sono le università, che garantiscono competenze. Consapevolezza è che la sfida è far crescere il laboratorio”.

I prossimi mesi saranno decisivi: “Abbiamo firmato da pochi mesi il comodato d’uso, ora lavoriamo su investimenti e contenuti da armonizzare tra i ari partner per creare il miglior modello che porti vantaggi a tutti” concludono i partner.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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