FERMO – Agricoltura e chimica innovativa si sono incontrate in Provincia. Un incontro che ha visto protagonisti anche tre alunni, sui trecento collegati, che hanno avuto l’opportunità di rivolgere domande in diretta ed interagire con le due ospiti. Due alunni dell’Omnicomprensivo di Amandola, Maria Giulia Farina e Francesco Meacci, e uno dell’Itet di Fermo, Francesco Trotti.
“Sono 60mila i giovani che hanno scelto di lavorare in agricoltura. Ed è un numero in grande crescita. Nelle Marche sono 1500 gli Under 35 che lavorano in campagna. L’agricoltura ha ripreso il suo spazio come luogo di futuro, non è più quella del cappello di paglia con la zappa, ma con modelli produttivi e prodotti nuovi” sottolinea la presidente Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni, presentando un mondo fatto di innovazione e sensibilità all’ambiente che ha saputo coinvolgere le nuove leve.
La Gardoni è stata una delle due protagoniste, insieme con Giorgia Projetti, export manager della Ecoline Group di Porto Sant’Elpidio, del secondo incontro del progetto GenerYaction che ha visto collegati 300 studenti. “Un job meeting day alternativo, vissuto virtualmente, ma reso molto concreto dalle due relatrici scelte e dagli sportelli aperti sul territorio, che, con l’apporto di professionisti, forniscono risposte agli Under 35 che cercano il proprio percorso, e ai corsi sulle life skills. Oggi siamo andati oltre il calzaturiero che caratterizza questo ambito e che dimostra come questo territorio sia ricco di risorse e opportunità” spiega la presidente Moira Canigola.
I ragazzi si troveranno ad affrontare un mondo sempre più connesso e necessario di competenze. Come quello che ha rappresentato Giorgia Projetti che al business iniziale dell’azienda, le macchine per la pulizia, ha saputo, negli anni, abbinare, nell’azienda di famiglia alla seconda generazione, prodotti sempre più eco: “Prodotti chimici atossici, attenti alla natura e a chi li utilizza, e veicoli per la riqualificazione urbana, con una nuova produzione completamente elettrica. Un percorso che è sfociato dentro una produzione come Danhera che è frutto di una ricerca che è partita internamente. perché se non si innova l’imprenditore non riesce a cogliere poi la potenzialità delle giovani leve, di menti fresche di studi e piene di energia”.
La natura ha preso il sopravvento sulla chimica? Chiede uno studente. “Non contrapponiamo qualcosa che deve invece interagire per il meglio. Prodotti di origine vegetale che noi sfruttiamo per creare detergenti che non creano allergie e impatti ambientali. Un esempio è il bioetanolo prodotto dall’acino dell’uva che è un igienizzante naturale ed è entrato dentro i prodotti” prosegue la Projetti. Ricerca e innovazione made in Fermo, non solo made in Italy come quella che in agricoltura ha portato la chimica verde.
Tra le tante domande poste dagli studenti c’è stata anche quella sull’impatto dello smart working sull’ambiente, “Pulizia dell’aria, senza dubbio, ma che peso sociale?” si chiedono le due imprenditrici, e quella sulla difficoltà di essere donna e imprenditrice: “La parità di genere non è raggiunta, secondo il Global gender gap se ne parla in Italia tra 170 anni. Ma l’impegno di noi donne sta cercando di accorciare questa distanza per dare anche a voi giovani una prospettiva migliore. ma il punto resta che ancora la donna è costretta a scegliere tra famiglia o lavoro” riprende Maria Letizia Gardoni.
Per la Projetti è anche una questione di consapevolezza, di volontà: “Ho lavorato a Milano in un grande studio legale internazionale dove il modello maschile era dominante. A un certo punto ho scelto di cambiare loro, non me stessa. Mi sono rimessa in gioco con passione e impegno”.
Quello che la Presidente della Provincia, una delle quattro sindache su 40 nel Fermano, mette nella politica: “Una battaglia che ogni giorno combattiamo per il rispetto delle quote di genere, pensiamo alla difficoltà di avere donne nelle giunte dei comuni. Quando arrivi ad avere una legge per affermare la parità di genere, significa che la cultura del Paese è ancora indietro. Purtroppo tutto è organizzato secondo modi di fare maschili: orari, tempistiche, linguaggio. Ma ognuno di noi ha in sé stimoli e capacità per potersi affermare”.