FERMO – Che Paolo Ginestra pari un rigore, non sarebbe una notizia. Che ne pari due, invece, è la conferma che il numero uno della Fermana è davvero un ipnotizzatore di attaccanti. Quello che invece fa notizia è che di rigori, ben due, ne sbagli Neglia, ovvero il, miglior attaccante alla corte di Cornacchini.
L’incredibile 0-0 tra Carpi e Fermana è la riprova che Cognigni è bravissimo a procurarsi calci di rigore. E lo fa perché è sempre un passo avanti agli altri, in particolar modo del portiere avversario che anche in questo caso è stato costretto ad abbatterlo. Solo che Neglia, nella prima occasione, imita il peggior Baggio e tira alle stelle.
Mancato il vantaggio nel primo tempo, la Fermana ricomincia a macinare gioco. Ma anche il Carpi, superato lo spavento, si sveglia. Solo che la campana che suona è ancora quella dell’arbitro Luciani che assegna un altro rigore ai canarini per fallo dell’ex Fofana. Neglia, senza esitare, si prende il palone e torna sul dischetto. Non sia mai che sbaglio di nuovo, deve aver pensato. E così, anziché puntare la traversa, cerca di piazzare nell’angolo. Ma sceglie lo stesso del portiere ed ecco l’incredibile due rigori sbagliati su due.
Un colpo duro per la Fermana, che a questo punto traballa. E quando perdi certezze, l’errore è dietro l’angolo. In questo caso, è di Manetta che su calcio d’angolo tira la maglia a Sabotic: ammonizione, che diventa espulsione, e rigore. Ma se per Neglia sbagliare è raro, per Ginestra parare è normale. E infatti si resta sul pari.
La Fermana nel mentre scompare dal campo, lasciando le azioni principali agli emiliani che all’83’ trovano un secondo calcio di rigore. È il quarto fischiato dall’arbitro, una gestione da Guinness. Il tiro di Ferretti è perfetto: angolato e a mezza altezza. Ma Paolo Ginestra, lo Zoff della serie C, si mette il mantello di Superman e arriva anche dove nessuno avrebbe mai creduto.
Finisce così una partita che scontenta tutti, ma di certo lascia nei tifosi inchiodati davanti alla tv il ricordo indelebile dei quatto rigori sbagliati, o meglio parati.