FERMO - L'inaugurazione del ponte ciclopedonale sull'Ete, che unirà i comuni di Fermo e Porto San Giorgio, è un momento molto atteso da parte delle Comunità dei due comuni.
Grazie a questa infrastruttura, infatti, si realizza un'importantissima opera che permetterà di raggiungere Porto S. Giorgio senza doversi servire della trafficata Strada Statale 16 con palesi rischi per l’incolumità personale. Inoltre vi saranno benefici per tutto l'indotto, con i turisti che potranno muoversi in piena libertà lungo l'intero litorale fermano.
Con l'approssimarsi dell'ultimazione dei lavori, però, ecco che si "accende" la discussione, per l'intitolazione della nuova opera. Vengono fatti nomi di personaggi della storia locale e nazionale, della politica e dell’imprenditoria, tutti meritevoli.
Uno dei nomi proposti è quella promossa anche dal sindaco di Fermo Paolo Calcinaro di intitolare il ponte a Felice Chiesa, ex Patron del Verde marea e tra gli artefici del "mondo" turistico locale, sul tavolo vengono lanciate ulteriori idee. Adesso, però c'è anche un nome nuovo proposto dall'associazione Italia Nostra, con una nota del presidente della sezione del Fermano Gioacchino Fasino: quello di Enrico Mattei.
"Italia Nostra sezione del Fermano ritiene di intervenire in merito suggerendo un personaggio che non può non essere preso in considerazione perché ne stiamo perdendo la memoria storica e, sicuramente, quella che chiamano la Generazione Z non ne avrà mai sentito parlare: Enrico Mattei".
Alla domanda sul perché scegliere questa figura l'associazione non ha dubbi: "Innanzi tutto era marchigiano e noi abbiamo molto bisogno di riportare alla ribalta la nostra regione; nato ad Acqualagna (PU) il 29 aprile del 1906 e morto a Bascapé (PV) il 27 ottobre del 1962, è sepolto a Matelica (MC). Dal 1945 in poi, e fino alla sua morte a causa di un incidente occorso al suo aereo in prossimità di Linate mentre da Catania ritornava a Milano, è stato l’uomo del fare del dopoguerra. Figlio di un brigadiere dei carabinieri, nel 1945 fu nominato Commissario Straordinario liquidatore dell’AGIP. Disattese invece il suo mandato perché, con lungimiranza, aveva percepito il valore delle fonti energetiche. A seguito della scoperta del petrolio nella Pianura Padana, a Cortemaggiore nel 1949, e dei meriti acquisiti divenne presidente dell’ENI. Dialoga alla pari con i poteri forti dell’America e dell’allora Unione Sovietica acquisendo sempre di più i connotati di gigante nella storia dell’imprenditoria italiana e contestualmente l’ENI diventa una struttura portante della nostra economia arrivando ad essere talmente determinante anche in campo internazionale da essere accusato dalle “sette sorelle” del potere energetico di fare il gioco del comunismo internazionale. Giunge perfino a stipulare un accordo con il suo principale avversario, la ESSO, con lo scopo di ottenere il petrolio del Medio Oriente svincolando l’Italia dalle forniture della Russia".
"Uomo del fare e dirigente illuminato, come già detto, morì a seguito di un incidente aereo sulle cui cause, da oltre 60 anni, resta il mistero più assoluto - ha ricordato Fasino - Una perizia effettuata moltissimi anni dopo, siamo nel 2003, su uno dei pezzi dell’aereo Morane Saulnier 760 non ancora rottamati dopo anni di indagini, accerta lo scoppio dell’aereo durante il volo, dovuto a una modesta carica di tritolo, abbastanza piccola ma efficace nel far cadere l’aereo e non essere facilmente rilevabile. I colpevoli non sono mai stati individuati. Molto ci sarebbe da aggiungere per descrivere in modo completo l’operato di un uomo insigne al pari di altre figure dell’epoca come, ad esempio e vale per tutti, Adriano Olivetti di Ivrea. Ma Mattei era marchigiano e intitolare a lui il ponte sul fiume Ete Vivo è, senza alcun dubbio, il più avveduto, accorto e dovuto tributo ad un personaggio di enorme spessore storico".