MONTE URANO – Fanno squadra le società di Sviluppo delle regioni del centro Italia con il commissario alla ricostruzione Guido Castelli. E lo fanno lanciando un nuovo piano di azione dalle sale del Senato della Repubblica. ‘Ricostruire l'Appennino innovando. Il ruolo della Pa’ è il titolo dell’incontro che ha messo a confronto le diverse posizioni, inclusa quella del sottosegretario al ministero delle Imprese Fausta Bergamotto.
“Stiamo lavorando su una governance multilivello all’interno del cratere. Un'unità di intenti volta al rilancio del Centro Italia” ha sottolineato il senatore affiancato da Giacomo D'Ignazio, presidente della Finanziaria regionale abruzzese; Francesco Marcolini, presidente LazioInnova; Andrea Santori, presidente Sviluppo Europa Marche; Michela Sciurpa, amministratore unico Sviluppumbria.
“Il ruolo della Pa è fondamentale per dare nuovo impulso all'Appennino centrale e per creare quelle premesse che possono consentire crescita, sviluppo e lavoro, anche attraverso quelle iniziative attrattive per investitori privati - ha detto Castelli - Il cratere è un territorio che comprende un grande patrimonio culturale, storico, artistico e naturalistico, che oggi si sta aprendo all'innovazione e al futuro anche con l'obiettivo di uscire da quell'isolamento che sconta da troppo tempo”.
L’innovazione è uno dei principi cardine applicati alla ricostruzione del cratere sisma 2016-2017. In questa vasta area, che si estende per otto mila chilometri quadrati nell’Appennino centrale, l’innovazione però non riguarda soltanto le tecniche che vengono adottate per la ricostruzione del patrimonio immobiliare, ma ha una portata ben più ampia che comprende anche lo sviluppo territoriale, la nascita di nuove forme di partenariato pubblico privato, la creazione di poli di ricerca, la valorizzazione delle start-up e di nuove modalità per l’erogazione dei servizi.
“È, dunque, un processo strutturale di rinnovamento di questi territori quello che si sta adottando in quello che oramai viene denominato il Laboratorio Appennino centrale”. Ci crede il Governo, basta pensare ai quattro centri di ricerca che nasceranno a Camerino, Rieti, Spoleto e Teramo grazie al Fondo complementare sisma e che potranno trasformare l’Appennino centrale in un polo dell’innovazione.
"Le opportunità che si prospettano sono veramente numerose e la Pa deve svolgere un ruolo di regia per valorizzare il grande potenziale a disposizione”.
La chiosa finale è della sottosegretaria al Mimit Fausta Bergamotto: “Ricostruire in sicurezza vuol dire ricostruire innovando, utilizzando ogni novità tecnologica possibile. Occorre una rigenerazione dell’economia che renda attrattivo vivere nei territori e occorrono infrastrutture che scongiurino l’isolamento. La morfologia del territorio può accelerare l’adozione dei nuovi paradigmi dell’innovazione e della transizione energetica, che rappresentano un’opportunità straordinaria di rinascita in questo luogo che può essere definito un immenso laboratorio, sotto tutti i punti di vista”.