*Ci sono due modi per cambiare le cose. Il primo è agire, il secondo è protestare. Con il primo, se anche non si raggiungesse il risultato, si manderebbe un messaggio chiaro e si mostrerebbe capacità di mediazione e guida. Con il secondo ci si ferma a un piano magari politico, ma alla fine poco concreto e soprattutto ininfluente se a protestare sono in pochi.
Su questi due piani si stanno muovendo i ‘piccoli’ comuni della provincia di Fermo, che per due terzi hanno meno di 5mila abitanti. Sono tanti, ma un po’ per motivi elettorali, un po’ per divisioni tra di loro, finiscono per contare sempre meno nello scacchiere della Provincia dominata dal capoluogo.
Fermo fa e disfa a piacimento, Porto Sant’Elpidio cerca di raggiugerne il peso, Porto San Giorgio si limita a prendere quel che avanza. E il resto? Tolto chi ha forza di suo, l’area di Montegranaro, può solo sperare che il grande conceda qualcosa.
Le elezioni provinciali di domenica sono la fotografia di tutto questo. Con i piccoli, soprattutto di quelle aree interne di cui la costa si riempie la bocca quando c’è un convegno da organizzare o il senatore Guido Castelli da ospitare, che sono stati ignorati da chi ha il potere decisionale.
Come cambiare il corso del futuro? Una seconda elezione è alle porte, quella per il presidente della conferenza dei sindaci, istituto importante soprattutto per dare voce alle amministrazioni in campo sanitario, ma anche infrastrutturale. Convocata pochissimo negli ultimi anni, privata del suo ruolo di rete, potrebbe essere l’occasione per uno dei sindaci di quei comuni dimenticati alle provinciali per farsi valere.
Ma serve la squadra, servono i voti, non bastano anche qui quelli dei piccoli essendo ponderato, anche se tutti insieme darebbero un segnale politico e porterebbero a un cambiamento non indifferente: fuori il sindaco di Fermo, criticato in questo ruolo dalle minoranze ma mai messo davvero in discussione, e dentro qualcuno che possa bilanciare una provincia che tra ospedale e strade finanziate è sempre più proiettata verso la costa.
Possibile? Basta la volontà, ma serve anche un regista vero. Servirebbe un po’ di politica, quella che una volta facevano i partiti, oggi titubanti di fronte al prezioso civismo che ha in Paolo Calcinaro un modello vincente, visto che senza partito, è diventato vicepresidente Anci Marche e vicepresidente della Provincia oltre che ambito portatore di migliaia di voti in vista delle Regionali del prossimo anno.
*direttore www.laprovinciadifermo.com
