FERMO - Nell’ambito del progetto: ”Itinerario Ebraico della città di Fermo”, sono tante sono le iniziative in corso legate al tema della cultura ebraica nella Fermo medievale, avviate il 6 settembre con il patrocinio del Comune di Fermo – Assessorato alla Cultura, dell’Archivio di Stato di Fermo e della Comunità Ebraica di Ancona.
Iniziative che vanno: dalla mostra di Pierluigi Savini, “Lettere Scolpite Nella Voce” che si può visitare fino al 24 settembre dove, nel lavoro dell’artista, riemerge chiaro l’interesse e lo studio per l’alfabeto ebraico in opere di grande fascinazione di fine anni 70/80, alla pubblicazione del libro “Immanuel Romano, poeta ebraico nella Fermo medievale”, di Stefano degli Esposti, Claudia Colletta ed Eleonora Paniconi alla proiezione del video “Il mio nome è Immanuel” del regista Luca Incorvaia, presentati ieri nella Sala dei Ritratti (FOTO), con grandissima partecipazione di pubblico.
Di Immanuel Romano, nella Fermo attuale, sono invisibili le tracce. Per contro sono presenti tracce della città nel suo capolavoro: Il Mahbaroth, composto di 28 capitoli di cui l’ultimo, ha Tofet we-ha Eden, Inferno e Paradiso, scritto proprio a Fermo, su suggerimento del Sar, un colto mecenate, un Signore legato all’ambiente dei banchieri. Emerge Immanuel, nella storia, come una tessera mancante del mosaico per cui, senza questa, é impossibile una ricostruzione storica e letteraria completa.
Per parlare più compiutamente e profondamente di Immanuel Romano il 12 settembre alla Sala dei Ritratti, alle ore 17:30 verrà il saggista e traduttore Vittorio Robiati Bendaud, coordinatore del tribunale rabbinico del centro-nord Italia. Un appuntamento importante con uno dei maggiori conoscitori di Immanuel Romano, poeta, esegeta biblico, filosofo, ed amico di Dante Alighieri, vissuto e morto nella città di Fermo nel 1332. Figura notevole e rilevante fu Immanuel, pienamente inserito nella temperie culturale del suo tempo: la nascita della lingua letteraria italiana.