di Raffaele Vitali
FERMO – L’escalation di contagi tra infermieri, medici e Oss è solo l’ultima fotografia di una situazione di difficoltà che si vive all’interno del Murri. In particolare al Pronto Soccorso, diretto dal primario facente funzioni Ciucani che da tempo chiede supporti.
Il personale infermieristico ha così deciso di inviare una lettera al responsabile del sindacato Nursind per “mettere a conoscenza delle criticità esistenti, permanenti e persistenti del Pronto Soccorso di Fermo”.
È l’ultimo passo dopo aver cercato risposte nei vertici della sanità. Che ben sanno come sia la situazione, tanto che il direttore dell’Asur 4, Licio Livini, da tempo va ripentendo che l’unico modo per sbloccarla è assumere personale in questa fase emergenziale, non per pochi mesi, ma in pianta stabile con la garanzia che poi a fine pandemia resteranno al lavoro nei reparti competenti, in primis al pronto soccorso.
Intanto, questo è il quadro. “Ci sono pazienti che sono arrivati a restare negli spazi dell’emergenza per 160 ore senza riuscire a trovare un posto letto in nessun reparto e/o struttura” scrivono. E poi ci sono i medici che “lavorano senza giorni di permesso per sopperire alle carenze. Per non parlare di quelli delle cooperative, costretti a turni massacranti” spiegano gli infermieri nella loro missiva al sindacato.
Chiedono anche sistemi migliori di assistenza, a cominciare dall’area Covid allestita in emergenza dove “serve un impianto di erogazione d’ossigeno centralizzato”.
Non solo, c’è anche un problema organizzativo: “Noi siamo tutti iper protetti con tute e ogni sistema, ma poi abbiamo armadietti in comune, che passano da un dipendente all’altro senza sanificazioni immediate”.
Non solo, stando alla nota degli infermieri c’è anche un problema di gestione dei pazienti, in particolare di quelli che arrivano da altre aree vaste magari per visite specialistiche che vengono parcheggiati in pronto soccorso essendo i reparti pieni o interdetti. “E questo aumenta la congestione”.
L’ultimo appello è al sistema territoriale: “Troppe persone arrivano al pronto soccorso quando basterebbe il medico di famiglia. E così facendo si creano situazioni di tensione con le persone che finiscono per prendersela magari con il personale della Croce rossa all’ingresso, reo di non far entrare tutti appena arrivano”.
Un quadro in parte noto, ma non per questo meno inquietante. Solo una soluzione: assumere personale e ripristinare turni civili che permettano una corretta gestione di ogni spazio e tempo, a tutela dei sanitari e di ogni utente a cui, pur nella difficoltà, viene garantita l’assistenza grazie alla professionalità.