FERMO - Il Pronto Soccorso nelle ultime settimane è migliorato. Un nuovo equilibrio è stato trovato dal primario Alessandro Valentino: per dare una risposta ai 120 accessi quotidiani, ci sono tre medici in turno di giorno e due dalle 20 alle 8 del mattino.
“A questi - spiega Valentino – si aggiungono due medici in formazione specialistica della scuola di medicina di emergenza ed urgenza dell'Università di Ancona. Questo per l’accordo raggiunto da Valentino con la Politecnica, che ritiene il pronto soccorso del Miur una garanzia di formazione”. Confermati i percorsi di accesso: quello pulito per ogni paziente (una equipe) e quello Covid o per pazienti sospetti (2medici).
Il primo obiettivo è salvare persone, il secondo è ridurre i tempi di attesa e di risposta all’emergenza. Su questo Valentino sta lavorando con l’area Vasta 4. I numeri principali dell’attività riguardano trauma maggiore, infarto miocardico, stroke e sindrome aortica. Il primo potenziamento in arrivo è quello di 8 posti letto di osservazione breve intensiva, dotati della più moderna tecnologia.
“È questo, unitamente alla gestione dei posti letto, uno degli aspetti verso i quali, assieme alla Direzione medica ospedaliera ed alla nuova direzione di Area vasta, si sta lavorando con maggiore intensità” precisa Valentino che sta per incassare la nuova Tac, su cui si era impegnato l’ex direttore dell’Asur 4 Licio Livini.
Intanto, è stata riaperta infine la camera calda per l'ingresso dei pazienti trasferiti in PS tramite ambulanza o non deambulanti. “Il primario Valentino – sottolinea l’Asur – sta trasmettendo le conoscenze maturate in 25 anni di attività nel campo dell'emergenza, introducendo abilità teoriche e pratiche che allineino le performance del pronto soccorso di Fermo a quelle degli ospedali di riferimento in ambito nazionale. Pensiamo alle procedure invasive ecograficamente guidate o assistite, come posizionamento di drenaggi peritoneali, pleurici e pericardici che possono, come recentemente avvenuto, assumere l’importanza di manovre salvavita”.
Tutto migliorabile: dalla gestione del pre-triage alla gestione dei rapporti tra i parenti dei pazienti ed il personale sanitario. Poi c’è il triage: “Qui – conclude Valentino – i medici possono richiedere in autonomia esami diagnostici e strumentali, somministrando terapie ed avviando i percorsi di fast track, fondamentali per la più corretta gestione di situazioni cliniche ben codificate. A tutto il personale va il mio grazie”.