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Prezzi più alti e meno paia di scarpe: il sistema non funziona. E l'America crolla. "L'uomo soffre di più, frenano le sneakers"

13 Settembre 2024

di Raffaele Vitali

MONTEGRANARO – Il quadro economico di Assocalzaturifici, l’associazione che rappresenta i calzaturieri, è una impietosa fotografia: ogni tipologia di scarpa è in calo. Nel dettaglio: le scarpe da uomo scendono  del 5,7% in quantità e del 4,6% in spesa, quelle da donna e dei bambini/ragazzi registrano un calo del -3%. Dato ulteriormente negativo, anche le sneakers registrano un -1%.

“Numero su numero, il settore calzaturiero nazionale archivia un primo semestre con una flessione sia nel fatturato (-9,1%) sia nell’export (sceso del -8,5% in valore e del -6,8% in quantità nei primi 5 mesi). In forte calo anche l’indice Istat della produzione industriale (-19,5%) e gli acquisti delle famiglie” sottolinea la presidente Giovanna Ceolini commentando i dati del centro studi Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici.

Di questo parlerà durante il Micam anche con il ministro Valditara, che ha la delega all’Istruzione e al merito, che ben si collega al nuovo progetto Academy di Assocalzaturifici, ma soprattutto è la prova che il Governo Meloni è interessata a seguire la situazione della moda e del calzaturiero in particolare. Il ministro in quota Lega, come Matteo Salvini sa anni il polito più presente in fiera, taglierà il nastro domenica mattina.

“La frenata non risparmia neppure il lusso. La congiuntura negativa sta avendo forti ripercussioni sui ritmi produttivi delle aziende, che hanno amplificato il ricorso alla cassa integrazione. Crescono inoltre i saldi negativi nel numero di addetti ed imprese attive rispetto allo scorso dicembre” prosegue la Ceolini.

Gli effetti più significativi si sono avuti nell’interscambio con l’estero. “Viene venduto fuori dai confini nazionali l’85% delle paia prodotte in Italia, ma le vendite estere scendono dell’8,5%”. Esaminando nel dettaglio i dati di export, le lievi flessioni delle vendite nei partner comunitari (-1,6% in valore e -2,4% in quantità, favorite dalla tenuta dei flussi verso la Francia, +2,6% in valore e +1,5% in volume, confermatasi prima destinazione) sono accompagnate da arretramenti nell’ordine del -15% negli sbocchi extra-UE.

Tra questi, gli unici segni positivi si registrano per Medio Oriente (+10,7% in valore) e Far East (+2,9%, con Cina +12,6% e Hong Kong +22,6%), ma sono da leggere soprattutto alla luce dei cambiamenti nelle strategie distributive delle griffe del lusso, particolarmente radicate in queste aree, che ora spediscono direttamente ai mercati di destinazione finali beni che prima transitavano dagli hub in Svizzera, che non a caso segna un -54,7%.

Brusca frenata in America che con i suoi dati certifica esatam4te quel ocche accade: il lusso alza i prezzi, ma vende comunque poco. E infatti negli Usa il calo in valore è del 3,5%, mentre il volume scende del 14,7. La Russia, dopo un anno di gloria, perde il 20%, fiaccata dalla guerra, nei primi cinque mesi dell’anno.

A salvare in parte il settore sono i turisti che in Italia hanno comprato. Anche pantofole che infatti perdono poco più del’1%. Se non si vendono scarpe, non si lavora. Da qui l’aumento del 138 per cento delle ore di cassa integrazione, sempre che la fabbrica resti aperta. In sei mesi hanno chiuso le porte 107 calzaturifici in Italia. Difficile sperare in una rapida ripresa, ma al Micam chi si presenta vuole e deve crederci. “Secondo nostri associati il 2024 chiuderà peggio del 2023” conclude la Ceolini.

L'ANALISI DELLA FILCTEM CGIL FERMO (leggi)

IL PUNTO DI CONFINDUSTRIA FERMO

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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