di Raffaele Vitali
AMANDOLA – “Durante questi se i anni è successo di tutto: burocrazia, Covid, esplosione dei prezzi e guerra. Eppure, andiamo avanti fiduciosi cercando di fare le cose giuste e dicendo a tutti: abbiate fiducia nella ricostruzione, questo è un grande cantiere che paga i lavori”. Giovanni Legnini, come volto e guida della ricostruzione, ha fatto il massimo: il prezzario che stava facendo ‘scappare’ imprese e professionisti è stato adeguato con un aumento del 20%.
Lo volevano le Regioni, lo hanno chiesto i costruttori, Ance in testa ma ogni associazione di categoria ha dato il contributo. Ora imprese e professionisti non hanno più scuse, la ricostruzione dipende dalla loro volontà.
“Non possiamo permetterci ulteriori ritardi, i cittadini hanno atteso fin troppo. Ma vi assicuro – spiega Legnini - intervenire su una materia così sensibile, che incide sull’entità della spesa pubblica, richiede il massimo della ponderazione”. Non facile fare una stima di costi in più per lo Stato, ma ragionando su una media si superano i due miliardi di euro.
Si rischia va di compromettere la ricostruzione che nel 2021 era accelerata, come ricorda Guido Castelli, assessore della regione Marche. “Il cigno nero in volo ci stava bloccando, ma questa ordinanza agisce sul caro prezzi e sulla competizione tra 110% e post sisma. a maggior rimuneratività del Superbonus era un vero dramma, con imprese che si rendevano indisponibili dopo le aggiudicazioni. Abbiamo superato tutto questo”.
Il grande lavoro della struttura commissariale e delle regioni ha funzionato, anche se non si sono risolti tutti i problemi, vedi organici delle Sovrintendenze che altrimenti non riescono a dare pareri. “Siamo parti da posizioni divergenti e abbiamo trovato una sintesi soddisfacente, con una intesa globale”.
Dopo l’apertura dei cantieri, più di 5200 nel 2021 tra ricostruzione privata e pubblica (7mila in totale), c’è stato un rallentamento, fino al blocco, negli ultimi mesi e le cause sono chiare: esplosione dei prezzi e la grande diffusione del 110%. Molte imprese e professionisti hanno preferito, in modo legittimo, lavorare altrove.
“Approviamo il nuovo prezzario che recepisce l’esplosione dei prezzi di acciaio, legno, ponteggi ed isolanti, che ha raddoppiato il quadro inziale. E manteniamo il regime opzionale tra prezziario unico e regionale. In questo modo il quadro di adeguamento è soddisfacente. Siamo intervenuti sul ‘costo parametrico’ ovvero l’entità massima di contributo concedibile cittadine e imprese danneggiate. Aumento del 20% per l’edilizia residenziale, con punte del 50% per alcune tipologie di edifici, come fatto nelle Marche per gli edifici più danneggiati”.
Ci sono 5mila nuove opere pubbliche da finanziare e questo impatterà sui costi, su un arco temporale di 4-5 anni i miliardi in più di costo diventeranno 4, “ma è colpa delle bolle speculative, non certo dell’ordinanza” ribadisce Legnini
L’applicazione riguarda i cantieri in corso, retroagendo per tutte le lavorazioni eseguite dal primo luglio 2021. “Questo si aggiunge alla possibilità dei direttori dei lavori di prolungare il termine per l’esecuzione fino a 90 giorni”.
L’ulteriore novità, richiesta dagli imprenditori edili, è la nascita di un meccanismo di adeguamento prezzi, per rendere sicura la ricostruzione. “Ogni sei mesi registreremo i cambiamenti con un osservatorio composto da tutti gli attori della ricostruzione che monitorerà l’andamento” ribadisce Legnini. Per far capire cosa cambia, due esempi semplici: l’aumento del 20%, con alcuni accorgimenti legati al metodo di calcolo della superfice, ha effetti ancora più rilevanti. Per fare un esempio, un edificio unifamiliare isolato, l’incremento è del 50%. Si passa per un danno gravissimo, demolizione-ricostruzione da 219mila euro a un contributo massimo di 326mila euro. Per gli edifici produttivi l’aumento è ancora più consistente, per uno spazio di 130 m2 si passa da 52mila a oltre 100mila, quindi quasi un raddoppio, se ricostruito in acciaio.
“E tutto questo con pagamenti certi, sapendo che l’impresa che presenta i lavori e lo stato di avanzamento all’Usr, viene pagata, non ci sono problemi di flussi. Nei primm 4 mesi dell'anno abbiamo pagato 315 milioni di euro, nel 2021 erano stati 780milioni. Per cui mi auguro che i professionisti tornino a lavorare nei cantieri del centro Italia” conclude Giovanni Legnini.