FERMO – “Un evento di alta cultura popolare”. È questo il commento che ha colpito di più Adolfo Leoni, regista della Cavalcata dell’Assunta e del presepe vivente di Fermo. Che non è come tutti gli altri, visto che è ambientato all’interno dele cisterne romane, uno dei pochi luoghi in Italia contemporaneo a Gesù.
Una macchina complessa che attira. “Almeno il 70% di persone che in questi due giorni hanno animato le Cisterne erano di fuori Fermo. Non si comprende facilmente il lavoro che c’è dietro, le ore passate a preparare e quelle a provare” aggiunge il regista che si muove da un angolo all’altro, dal salone illuminato con i gonfaloni delle contrade alle varie sale, dopo aver dato il benvenuto ai visitatori.
Un flusso continuo di persone, giusto il tempo di un sorso d’acqua per i lettori dei testi scritti dallo stesso Leoni e due passi per riscaldare le gambe dei figuranti segnate dall’umidità delle cisterne, che si riparte. “La Cavalcata – spiega il vicepresidente Montelpare – si conferma decisiva. Tra gruppi musicali, compagnia dei Morlacchi e compagnie teatrali si è creato uno spettacolo unico”.
Dà tanto la cavalcata dell’Assunta al comune: “Speriamo che per agosto cresca anche il numero dei contradaioli e soprattutto che arrivino le migliorie richieste al Comune. Noi ci impegniamo, qualcosa serve sempre: parliamo di spazi e di risorse. Più noi riceviamo e più diamo, non c’è guadagno nel mondo della Cavalcata, solo partecipazione in favore della città” conclude Montelpare mentre il trio del Conservatorio inizia a suonare aprendo così le porte al magico percorso.
r.vit.