*Sono passati pochi giorni dalla fine del Sigep di Rimini, l’adrenalina ha ancora il sopravvento sulla stanchezza. Perché quando si lavora tra sinergie, stimoli e passione tutto passa in secondo piano. E credo di parlare per molti, se non per tutti i partecipanti.
È questo il Sigep, una grande e potente, meravigliosa giostra dove tutti contribuiscono a farla girare in modo impeccabile e senza sosta. Personalmente, lavorandone dall’interno non ho avuto il tempo per poterla visitare e studiare in tutta la sua grandezza e varietà ma i numeri parlano da soli: 160 paesi presenti, 1.200 Brand espositori più di 500 Buyer internazionali, 5.200 Business meeting, 2 milioni di visualizzazioni social (fonte Sigep – Italian Exhibition Group).
Non c’è stato un attimo in cui i miei occhi non si siano posati su sguardi curiosi ed occhi attenti, d’altronde il Sigep accoglie ogni anno visitatori da tutte le parti del mondo. Ogni passo è una lingua diversa, sin dall’ingresso in fiera. Un grande fiore all’occhiello per l’Italia che ogni anno riesce a stupire con novità ed innovazione del comparto del Foodservice Dolce.
Materie prime, ingredienti, ma anche attrezzature, arredamento, packaging e servizi. Idee e tecnologia. Tutto questo in cinque intensissimi giorni dove da ogni continente i visitatori hanno potuto definire quelle che saranno le tendenze della gelateria, pasticceria e tanto altro. Internazionalità, innovazione e sostenibilità.
Queste sono le parole chiave che il Sigep ha usato per questa edizione, e c’è stato tutto, comprese le competizioni internazionali di gelateria e pasticceria, le visite degli istituti alberghieri, gli incontri degli esperti ed i confronti tra la scuola tradizionale e la nuova guardia di professionisti.
C’è stato davvero tutto a questo Sigep, che ha parlato molte lingue e che, in epoca post-Covid, si è riconfermato in modo imprescindibile il punto di riferimento mondiale per i professionisti del settore della Gelateria e del Dolce.
Cinque giorni, forse pochi, come le mie parole in questo articolo, per raccontare tutto quello che è stato, soprattutto le passioni di tutti quelli che questo mestiere lo fanno e lo raccontano a Rimini nelle fredde ma surriscaldate giornate di gennaio.
*Petra Feliziani, titolare Punto Gelato