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Premiata, un successo di famiglia. Mazza al Pitti: “Un negozio a Parigi e più spazio per l’abbigliamento”

16 Gennaio 2025

di Raffaele Vitali

FIRENZE/MONTEGRANARO – Il ritorno di Premiata al Pitti Uomo, il brand da 107 milioni di euro di fatturato nel 2023 in cerscita continua, è figlio di una precisa strategia. “Con i miei figli ne abbiamo discusso e alla fine la scelta: esserci presentando le nuove linee dell’abbigliamento e alcune nostre storiche scarpe”.

Graziano Mazza, l’azienda è ancora tutta nelle sue mani?

“A dire il vero quello che è marketing e commerciale è seguito da mia figlia Carlotta, lo stile da mio figlio Vincenzo. Io sono l’amministratore delegato, anche se poi supervisiono tutto. Ho la fortuna di avere due figli capaci. Il problema non è mai dei figli se funzionano o no, ma dei genitori e del sistema economico. Che oggi ammette pochi errori, perché è tutto veloce”.

Il mercato  cosa chiede?

“Va verso l’alto, non inteso come prezzo, ma come riconoscimento. Per cui una volta che sbagli, se vai giù non torni su. Il ricambio è difficile. E infatti in Italia e in Europa, la parte produttiva è in grande difficoltà”.

La  nuova sfida di Premiata è il total look?

“In realtà l’abbigliamento lo produciamo da vent’anni. Ma era più capospalla e giacche sartoriali. Oggi, con la Premiata White, le nostre sneakers, ci siamo spostati sul casual, meno formale e più attuale completando ogni passaggio”.

C’è spazio in questo settore?

“Il prodotto va sempre diversificato. Abbiamo prodotto zaini, ora stiamo entrando nella pelletteria dopo aver creato anche accessori come i cappelli. Il marchio, se vuole essere total look e prendere valore, deve muoversi in un certo settore in maniera completa. Noi ci proviamo e devo dire che ci stiamo anche riuscendo. I negozi che hanno venduto il nostro prodotto, hanno richiesto nuova merce. Quest è un ottimo segnale”.

Nuovi negozi Premiata sono in programma?

“Ci stiamo concentrando su alcune piazze. In primis Parigi, dove apriremo il nostro monomarca. Non ne voglio molti, ma posizionati nelle città più importanti è strategiche della moda. Siamo già a Berlino, ad esempio”.

L’America, in particolare New York, non la attira?

“Con calma. Tutte le aziende non americane faticano negli USA e non è un caso. Ogni tanto sorrido quando il politico di turno viene a dirci c’è il mercato americano che aspetta i vostri  prodotti’. Come se non lo sapessimo. Lavorando con un’azienda americana già riesci a muoverti negli USA, ma penetrare è difficilissimo. E poi ci sono notevoli investimenti d compiere. Invece, se l’azienda viene acquisita dagli americani è un altro discorso, ma io non voglio essere la colonia degli americani. Voglio lavorarci a pari livello”.

Europa quindi nel futuro?

“Montegranaro è il mio paese, Fermo la mia provincia, le Marche la regione, poi c’è l’Italia e a seguire l’Europa. Dopo il resto del mondo, America inclusa, che è complicata anche se ho clienti che vendono bene”.

Quanto conta l’abbigliamento sul fatturato?

“Poco al momento, siamo ben sotto il 10% del fatturato, ma è destinato a crescere, da questo Pitti inizia un vero impegno”.

Il suo fatturato è in costante crescita, il segreto?

“Uno c’è? Forse. Se vogliamo chiamarlo così, è  il prodotto di ottima qualità che mi ‘accontento’ di vendere in una fascia di mercato che era scoperta. Ho trovato la mia nicchia. Ho curato la parte fashion, ma soprattutto abbiamo lavorato per fidelizzare il cliente. Da qui il segreto, che è la scarpa. E questo vale per il resto del mondo Premiata. Noi vogliamo fidelizzare il cliente partendo dalla qualità a prezzo concorrenziale”.

Come procede la costruzione della nuova fabbrica?

“La inaugureremo entro la fine del 2025. Anche se io non amo gli investimenti immobiliari. Per lo meno l’ho disegnata come la volevo. Ma avrei voluto investire ancora di più sulle persone, cosa che continueremo a fare. Però devo dire che un nuovo polo ci serviva”.

Capitale umano valore aggiunto?

“Oggi abbiamo cento dipendenti, tra la sede centrale di Montegranaro, con 70, e le altre sedi produttive tra Cascinare e Fermo, dove produciamo la donna e la parte in gomma. Senza contare Milano e Vietnam dove produciamo parte delle linee. Su questo stiamo ragionando, mi piacerebbe riportare qualcosa in Italia, vedremo prossimamente”.

Quali previsioni per il 2025 di Premiata?

“Tutti parlano di anno difficile. Lo sarà, perché la congiuntura mondiale è complessa, ma noi puntiamo a crescere ancora. L’economia è in ristagno in Europa. Purtroppo la guerra non è stata fatta alla Russia, ma all’Europa. Lo ribadisco e ne sono convinto dal 2014. Purtroppo hanno destabilizzato l’Europa e il suo mercato economico. Oggi ci troviamo di fronte a due blocchi, Cina e Stati Uniti. Poteva esserci anche l’Europa, vedremo in futuro”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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