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Porto e pista ciclabile, i 'sindaci' di Fermo alla prova del nove. Il piano del Carducci

3 Settembre 2020

FERMO – Idee, proposte, priorità: il centro studi Carducci guidato da Luca Romanelli prova a elevare il dibattito politico in vista del voto del 20 e 21 settembre a Fermo.

E se la città vuole essere davvero capoluogo, non può che partire dall’infrastruttura principale esistente, ma sotto utilizzata: il porto sangiorgese. “Se ne parla solo per l’insabbiamento dell’imboccatura. Molti fermani pensano che si tratti di un problema di Porto San Giorgio. non è così, è un’opportunità straordinaria”. Quando è stato inaugurato, nel 1986, per tutto il territorio, per la quantità di flussi turistici e posti di lavoro che poteva attivare, si pensava solo in positivo. Ma poi, lo stallo.

Quello stallo che riguarda un’altra infrastruttura: la pista ciclabile. “La rivoluzione è inarrestabile: la gente è stufa di muoversi in mezzo al traffico. I commercianti e ristoratori cominciano a capire che questo porta lavoro. I benefici economici e personali dell’andare in bici, a cominciare dall’enorme traino turistico, sono oramai ampiamente dimostrati. L’elettrificazione della bici allarga gli orizzonti: anche in un territorio prevalentemente collinare come il nostro è possibile pensare ad una rete capillare di piste ciclabili da usare non solo per diletto ma anche per gli spostamenti quotidiani”.

Due questioni che Romanelli e lo staff del Carducci pone ai quattro candidati sindaci di Fermo. “Per il porto – riprende Romanelli - crediamo che l’unica possibilità di uscire da questo stato di abbandono sia quella di puntare sullo specifico delle attività diportistiche, ricreative, turistiche e culturali che valorizzano le marine moderne in tutto il mondo. Occorre cambiare totalmente prospettiva. Per questo la politica deve fare scelte coraggiose e pensare ad un forte coinvolgimento pubblico nella gestione, come si è fatto per l’Aeroporto di Ancona ed altre infrastrutture strategiche, perché vengano prese in dovuta considerazione le ricadute economiche positive del rilancio del porto su tutto il territorio”.

Che se poi sarà anche collegato con una ciclabile, ancora meglio: “Esistono degli strumenti di programmazione già collaudati per programmare la mobilità dolce. Si chiamano Piani Urbani di Mobilità Sostenibile. Servono a fare scelte oculate, basate sulle esigenze effettive di mobilità della gente e a non buttare via i soldi. Ne serve subito uno unico Fermo-Porto San Giorgio, che sono già un’unica entità urbana, e altri lungo le direttive Valdete e Valtenna” conclude il Centro studi Carducci augurandosi una presa di posizione da parte dei sindaci. Che saranno stimolati ogni giorno fino al voto su tematiche chiave.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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