di Raffaele Vitali
PORTO SAN GIORGIO – La Statale e la Ferrovia risalgono a cento anni fa. L’autostrada è stata costruita più di 50 anni fa. “Il mondo è cambiato in questo lasso di tempo. Cento anni fa il processo di antropizzazione della costa non esisteva, non era neppure immaginabile. Forse negli anni ’70 con l’autostrada si poteva immaginare. Quando si parla di viabilità, si parla di sostenibilità non si può dimenticare la costa” sottolinea l’organizzatore Massimo Valentini.
Non si può portare la bandiera dell’ambiente solo da una parte, “perché la realtà è insostenibile anche per la costa, che poi si ripercuote sulle zone interne che sono state interessate da un processo di abbandono molto marcato”.
Per Massimo Valentini, presidente Fondazione San Giacomo della Marca, “l’arretramento è una occasione storica. E parliamo di una piccola opera, si parla di 25 chilometri, con gallerie sotto le colline, passando vicino alle zone industriali. Risolveremmo gran parte dei problemi con soli 25 chilometri. Mentre non serve l'arretramento solo di una direzione”.
Non ha dubbi Valentini: “Liberemmo la strada Statale, che diventerebbe comunale. Useremmo l’attuale A14 come un tangenziale di scorrimento veloce, potremo portare i caselli autostradale 15 chilometri all’interno, con la possibilità di interconnettere tutto il mondo produttivo e le zone interne”.
Obiettivo necessario e fattibile. “Un’opera che si può realizzare anche entro la scadenza del Pnrr”. Serve agire e farlo ora. “Siamo l’ultima provincia della regione, ma soprattutto siamo davanti solo a province del sud Italia. Questo significa che – spiega il sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira - nonostante la nostra percezione di territorio bello e con qualità della vita, gli indicatori raccontano altro. Serve una politica che non cerca il consenso immediato, ma sa progettare”.
Il problema è che a oggi “nessuno mi ha mai mostrato uno studio. Siamo fermi al 2006, a quel no di Fermo e Porto San Giorgio. oggi bisogna trovare la miglior soluzione, senza preclusioni”. In sala ci sono diversi sindaci, quasi tutti della Valtenna: Montegiorgio, Montegranaro, Rapagnano, Smerillo e Servigliano.
Proprio Marco Rotoni, sindaco di Servigliano, se ne fa portavoce: “L’arretramento è un vantaggio per tutti. Dovrebbe percorrere il tratto che oggi immaginiamo per la Mezzina, avendo come fulcro il nuovo ospedale di Campiglione. Stiamo tutti cercando di comprendere l’impatto sul Pil, ma è evidente che 15-20’ in meno di strada per chi sta all’interno per raggiungere il cuore della viabilità cambierebbe la vita alle persone e alle attività economiche”.
Non crede Rotoni a chi si oppone parlando di ‘colata di cemento’. “Si diceva anche della Quadrilatero, di cui però oggi tutti sottolineano solo i vantaggi. È un’opera costosa, ma mai come oggi abbiamo la possibilità di farla, tra l’altro connettendola agli assi verticali a cominciare dalle Mare Monti”.
Gli fa eco Alvaro Cesaroni, imprenditore e sindaco di Comunanza, che vent’anni fa da presidente di Confindustria già era contrario all’ampliamento in sede: “L’arretramento è l’unica vera soluzione. A dirlo sono i numeri e la cartina geografica, inclusa la densità demografica. Per me, tra l’altro, l’operazione dovrebbe essere doppia: realizzare la nuova Autostrada e abbinarci a fianco due binari di alta velocità, altrimenti non la avremo mai, visto che i treni oggi passano in mezzo alle case. È poi chiaro che se arretriamo, la Mezzina non serve più. Non vorrei che inserendo troppa carne al fuoco, vedi Pedemontana, poi non si raccolga nulla”.
E gli imprenditori cosa pensano? “Il mio sunto è semplice: purché si faccia. Ma – precisa Stefano Violoni, presidente Ance Marche – se mi chiedete la preferenza, sono per l’arretramento. Per una seri di motivi: benefici tecnici e turistici. Nuovi caselli, nuovi centri commerciali, nuove abitazioni, nuove connessioni, nuove aree imprenditoriali. Serve una veduta ampia, valutare al meglio la soluzione, ma non farsi sfuggire il potenziamento che negli ultimi quattro anni è diventato evidente a tutti essere necessario. Come dobbiamo sempre tenere il faro acceso sull'aeroporto e sul nsotro porto”.
Ad ascoltare ci sono a che i due big, il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che aveva lanciato l’ipotesi di arretrare solo il tratto nord – sud, e il direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Felice Morisco, oltre ai consiglieri reigonali Marcozzi e Putzu. Sta a loro gestire il futuro, muovendosi tra il possibile, ampliamento, e l'auspicabile, arretramento.