*Passeggiando per i corridoi del Pitti Uomo, una cosa è evidente: non esiste più il genere maschile definito come da immaginario classico. E riguarda un po’ tutto. Che si parli di una camicia, sia nei colori sia nel taglio. Che si parli di un pantalone, che sembra ‘a gonna’ ma che in realtà ci si avvicina con il ritorno delle grandi dimensioni. E perfino le scarpe, vuoi per il pellame o la linea di un modello. Lo ribadiscono stilisti e imprenditori: il presente è fluido.
E la riprova arriva dal voto, dalle sfide elettorali. Difficile trovare l’identità, più facile muoversi tra mix di anime differenti che confluiscono, come se percorressero un fiume, in una cosa sola. Ma in realtà è apparenza, un po’ come la moda. Perché poi dentro ognuno sa bene dove sta andando. Che sia un primo turno o un ballottaggio, la politica offre al pubblico un quadro nebuloso. Non sarà questo il motivo dell’enorme astensionismo registrato alle amministrative, ma di certo alla pigrizia e al disimpegno del cittadino, l’assenza di identità dà il colpo di grazia.
Se per la moda il no gender, il fluido è un must imprescindibile, per la politica è una scelta, a volte scorciatoia, ma ugualmente ponderata, frutto di un calcolo che, le ultime elezioni insegnano, paga. Anche se, vedi la piccola Pedaso, avere il coraggio delle proprie azioni e idee funziona: candidato unico e grande affluenza che fanno di Vincenzo Berdini uno dei sindaci più stimati della storia.
Il presene è fluido, ma alla fine non per tutto, bisogna solo capire il contesto, che sia un negozio o un progetto urbanistico: meno dubbi ci sono e meglio è, perché alla fine anche il fluido è un genere, se costruito con sincerità.
*direttore www.laprovinciadifermo.com