di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – This is the end. “Ufficialmente da oggi il titolo della Poderosa è degli amici di Chieti. Ce l’abbiamo messa tutta, sforzi enormi per vincere la serie B e poi la A2. Volevamo riportare la A a Montegranaro e ci siamo riusciti, per tre anni” sottolinea con la voce ferma Ronny Bigioni che con la famiglia è l’anima della società sportiva, oltre che calzaturiera.
Sembra un’era già lontana, fatta di altri budget e altri sogni. “In serie A, dopo tre anni bellissimi vincendo nei campi più importanti d’Italia, però non si poteva più stare. La crisi ha colpito tutti. Noi come azienda e l’intero distretto. E l’anno scorso il calo è iniziato a diventare evidente”.
LE RISORSE
Il budget sceso del 30% già l’anno scorso, ora non bastava più. “Diverse società ci hanno contattato prima del Covid, noi volevamo fare un passo indietro. Da soli era pesante proseguire e siccome abbiamo la testa sulle spalle prima si pensa ad azienda e famiglia”.
Un’altra spinta è arrivata dalla scadenza del contratto con il main sponsor Xl Extralight. “E alla famiglia Vecchiola possiamo dire solo grazie”. Il sogno sarebbe stato lasciare il titolo alla Sutor, ma non c’è stato modo, “ho guidato io gli incontri prima del Covid” precisano, e così è nata la trattativa con Chieti, che si è definita dopo il Covid. “E da oggi il titolo è nelle mani di Chieti in maniera ufficiale”.
Non facile parlare di anni di giallonero, di campionati vinti in serie: “Dalla Promozione alla serie A e oggi un pezzo di cuore che viene chiuso nel cassetto. Abbiamo fatto più di quanto tutti si sarebbero aspettati, abbiamo regalato sogni” ribadisce Riccardo Bigioni che poi elenca una lunga serie di ringraziamenti, cominciando dai due dirigenti Bolognesi e Perticarini scelti da società di prima fascia.
NON SI POTEVA FARE DIVERSAMENTE
Poderosa è anche Dino Pizzuti, il più critico dei tre sul sistema locale che non ha reagito: “Siamo stati a un passo dall’andare in A1 vincendo a Bologna. Sembra incredibile. E questo è stato possibile grazie alla famiglia Bigioni, che ha messo passione, tempo, risorse e notti insonni. Hanno superato le critiche per il ‘giocattolo di famiglia’ e il cambio dei colori sociali, che è stata una mia idea. Cambiare i colori sociali e aggiungere la parola ‘Pallacanestro Montegranaro’ sotto al logo era un modo per far capire a Montegranaro che l’obiettivo era far tornare la pallacanestro che conta nel suo luogo, veicolando il nome della città di nuovo in Italia. purtroppo Montegranaro non ha saputo cogliere la possibilità, non ha capito che poteva respirare di nuovo il parquet”. Pizzuti è stato anche l’uomo della trattativa con la Sutor, “sono stato anche garante dell’accordo con un prezzo che sarebbe stato inferiore a quello di società esterne alla città. Volevamo capire se ci fosse l’interesse, ma poi è arrivata la pandemia e il ‘no’ è stato netto e motivato”.
Meno pubblico, meno sponsor “eppure la serie A2, pre Covid, il territorio fermano la poteva fare. Un palazzo funzionale, sponsor affezionati e società seria: c’era tutto per continuare. Anche perché nessuno sa quali saranno davvero i costi dopo il Covid. “Il primo dubbio sul prosieguo è arrivato a luglio 2019, calavano gli sponsor. Ma abbiamo continuato. Devo dire grazie a coach Pancotto e Di Carlo che ci hanno fatto crescere. Io spero che il Fermano ora rifletta e torni a investire nella palla a spicchi”.
Si spengono le luci, ma l’orgoglio veregrense resta: “Abbiamo dimostrato che eravamo piccoli ma seri, che abbiamo potuto fare tutto e contro tutti. Questo perché ognuno sapeva fare qualcosa e insieme abbiamo raggiunto i traguardi che volevamo”.
I CONTI
Secondo anno di A2 un +20% di incassi, gestione della Coppa Italia con un avanzo economico, supporto della Regione con Fabrizio Cesetti: la Poderosa ha avuto una gestione vincente. “Siccome oggi non tutti sono in crisi, si poteva fare di più per proseguire: di 13 sponsor di maglia 8 erano di fuori zona. Avevamo un main sponsor pugliese possibile, noi potevamo fare l’A1 per la nostra organizzazione. Forse il vero errore è stato non trasformare la Poderosa nella squadra del territorio il primo anno di serie A. La Sutor è rinata il giorno dopo che abbiamo vinto a Montecatini” ribadisce Pizzuti.
Non esistevano alternative? “Per molti la scusa è il Covid, ma la verità è che per noi era da più di un anno che c’erano le difficoltà. questo territorio è in crisi da tempo. Il basket non è il nostro lavoro, non potevamo farci male. Abbiamo costruito anni di stagioni con 100 sponsor” riprendono i fratelli. Di certo il territorio poteva fare di più, anche fosse solo a livello di intenti. Peccato, “ma ci si renderà conto presto di cosa mancherà alle attività commerciali e non solo”.
Restano così una quindicina di giocatori ex Poderosa che girano tra serie C Gold e perfino serie A ora con Conti che ha firmato un triennale a Trento. Manca già la telefonata del procuratore di turno, ma resta la tranquillità della scelta: “In questi giorni avremmo definito il budget. Siamo certi che il nostro sarà un arrivederci, visto che abbiamo chiuso la stagione senza pendenze” concludono i fratelli Bigioni.
Cosa mancherà? “L’ansia pre partita, le trasferte. Ma a mia sorella non mancherà il dieci del mese, quando doveva pagare gli stipendi. Insomma, staremo tutti di più in famiglia e riempiremo il vuoto di certo con i giovani, con i talenti del futuro”.
LE GIOVANILI
La Poderosa come società rimane a Montegranaro, proseguendo con l’Under 18 di Eccellenza e la gestione del settore giovanile, la Scuola Basket Montegranaro che avrà come riferimento la Sutor. “Un ritorno alle origini. Le prime squadre giovanili le abbiamo create quando stavamo in serie C e anche durante gli anni della Sutor avevamo intrapreso un percorso con foresteria e reclutamento di giovani in ogni angolo d’Italia”.
Oggi a Montegranaro ci sono 250 bambini che giocano a basket, erano 32 all’inizio, poi ci sono i centri nelle zone limitrofe. “Stiamo definendo con la Sutor una collaborazione per il settore giovanile e chiuderemo gli accordi non appena anche loro avranno definito la prima squadra” prosegue Riccardo Bigioni.
In capo ai Bigioni resta la gestione del PalaSavelli: “Fino ad aprile 2021 abbiamo l’accordo, poi potremo uscire dal contratto”. E sia chiaro: “Il settore giovanile verrà rafforzato e dedicheremo ancora più tempo. Per noi il settore giovanile è un aspetto sociale” concludono chiudendo la porta.