FERMO – Seicento abbonati per la prosa, trecento per la lirica, il pubblico ha voglia di teatro. Si riparte con il Macbeth del maestro Pier Luigi Pizzi che l’assessora Micol Lanzidei ha messo al centro di chi si muove dentro o fuori dal teatro dell’Aquila. “Noi vogliamo attrarre sempre più i giovani, avvicinarli al mondo del teatro. Lo facciamo con la lirica, ma anche con la scelta di alcuni spettacoli. Ci sono poi i tre progetti cardine: Scuola di platea con Amat, Teatri in rete con Marco Renzi e Opera domani con la Fondazione rete lirica delle Marche del direttore Luciano Messi” spiega l’assessora alla Cultura.
Alcune novità della stagione prima di entrare nel mondo di Pizzi: Lo schiaccianoci “che ci farà sognare con il balletto"; Jazz e non solo Jazz, con un appuntamento che potrebbe aprire a una vera winter edition, il 30 dicembre “con un concerto gospel dopo anni di assenza”; il Circolo di Ave che ospiterà un musicista di fama internazionale; la musica del Cantiere Collettivo e la conferma della Gioventù musicale. In mezzo, come filo conduttore il cinema di Andrea Cardarelli.
"Siamo tutti una grande famiglia che ha nell’ufficio cultura il riferimento quotidiano” ribadisce l’assessora che in mano tiene l’elegante brochure in cui domina un volto femminile che si toglie la maschera. “Per il teatro ha un ruolo molto importante, nel luogo comune è qualcosa di falso. Il palcoscenico - cocnlude l'assessora - è il regno dell’imbroglio, ma in realtà uomini e donne di teatro vi diranno che solo il cattivo teatro è finzione, il buon teatro è creazione. Il teatro è vita. noi abbiamo cercato di creare giorni di festa, in cui scambiarsi emozioni non pensando alle pressioni della quotidianità”.
Ma è il momento di Pizzi e del suo Macbeth che dopo l’anteprima per gli studenti si prepara, sabato sera, alla grande prima che fa luccicare il Teatro dell’Aquila. “Sono contento che nasca qui. Una produzione a cui tengo moltissimo. È il mio settimo confronto con quest’opera. I grandi capolavori hanno sempre qualcosa da dirci in più, sorprendendoci a ogni riflessione che fa sull’opera. Dovendo decidere un titolo con Messi abbiamo pensato al Macbeth perché volevo privilegiare i due protagonisti. Raccontando quasi la crisi della coppia” spiega il maestro.
L’idea del potere come ossessione è la matrice dell’opera. “Ci aspirano due persone, una aiuta l’altra fino a che il crimine diventa la nuova ossessione e la coppia si disgrega e fallisce. Per renderlo più evidente presentiamo una versione differente, rinunciando alla parte più spettacolare, ad esempio il grande balletto che amava Verdi nelle versioni parigine. Per noi oggi la scelta è diversa, abbiamo puntato sulla storia che non si ferma più per 15 minuti di balletto. La drammaturgia non perde il suo valore nella nostra sperimentazione” prosegue.
Pizzi, per completare la rivoluzione, aveva anche pensato di rappresentare l’opera senza intervalli, l’abbiamo provato durante le prove. “Regge benissimo durando due ore e un quarto e mantiene grande concentrazione nel pubblico. Ma c’è un problema tecnico con l’orchestra, con i fiati che devono fermarsi per poter mantenere lo stesso livello fino alla fine. Ci sarà quindi un solo intervallo, tra il secondo e il terzo atto. Ci dispiace, ma sono certo che riusciremo a mantenere la presa e che il pubblico nei venti minuti non perderà la concentrazione”.
Dopo tre settimane di lavoro, con grande soddisfazione del direttore della rete lirica, Messi, l’opera è pronta. “Impieghiamo il 90% di maestranze del territorio e portiamo anche tecnologia, quello che permetterà a Pizzi dei cambi di scena senza pause attraverso il ledwall”.
E siccome la serata è speciale, per la prima in regalo ci sarà una pubblicazione speciale e profumata scritta da Bianca Cruciani, docente di lingue di Massa Fermana: ‘Acqua di Colonia, storia di un malinteso’.
Raffaele Vitali