di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – C’è chi dice no, come Brunello Cucinelli, c’è chi parte con la sua valigia piena dei prodotti migliori, pensati e realizzati, come Giampietro Melchiorri e il brand Alexander Hotto. L’imprenditore calzaturiero è uno dei tanti fermani che crede nel Pitti in programma a Firenze dall’11 al 13 gennaio. “Anche se inutile dirlo che quando abbiamo pianificato la fiera, prenotando il nostro posto, le condizioni erano diverse, ma resta uno dei momenti più importanti nel panorama della moda uomo” spiega Melchiorri, uno dei numerosi imprenditori di Montegranaro che esporra alla fortezza da Basso. Tra i tanti fessura, Franceschetti, Doucal's e Green George.
La decisione di Cucinelli, di rinunciare al Pitti Uomo, ha colto un po’ tutti di sorpresa: “L'attuale andamento dei contagi ci ha spinto a una decisione sofferta ma ritenuta indispensabile: non partecipare al prossimo Pitti Uomo. Ma al contempo parte la campagna vendite con presidi medici negli show room di Milano, New York e Shanghai per potersi fare tamponi”.
Mentre Cucinelli rinunciava al Pitti, “dispiace perché è un nome importante e avrà delle conseguenze sui numeri” aggiunge Melchiorri, Armani diceva no alla sua sfilata a Milano. Ma nonostante questo la Camera nazionale della moda conferma la fashion week maschile in programma dal 14 al 18 gennaio.
“Comprendiamo - spiega il presidente Carlo Capasa - la decisione presa dal signor Armani di annullare la sua sfilata, una scelta coerente con il suo approccio alla pandemia e alla sua visione. Ma siccome i decreti garantiscono sia le sfilate sia le attività (presentazioni ed eventi) in presenza di ospiti, purché siano applicate procedure e protocolli tesi ad evitare la diffusione del contagio da Covid-19, noi siamo pronti”.
La convinzione di Capasa è quella di Raffaello Napoleone, ad del Pitti: “A una settimana dall'apertura di Pitti Uomo e Pitti Bimbo i lavori in Fortezza da Basso vanno avanti con rigorose misure di sicurezza, con protocolli ancor più stringenti di quanto previsto dalle norme più recenti, sia durante gli allestimenti sia nei giorni di fiera. Molte collezioni sono negli spazi espositivi e in tutti i padiglioni si stanno montando gli stand e le strutture per i servizi” ribadisce tranquillizzando il sistema.
C’è voglia di Pitti nel mondo della moda per conoscere le novità, parlare di tendenze con ospiti internazionali, designer emergenti e brand affermati. I migliori buyer ci saranno, quarantene permettendo. Dal Pitti non hanno dubbi: la presenza asiatica sarà ancora limitata, mentre il Nord America, il Medio Oriente e la Russia risponderanno bene insieme con Europa e ovviamente Italia.
“Alcuni espositori sono in difficoltà, non possiamo nasconderlo - aggiunge Napoleone -: le criticità maggiori si riscontrano in quelle aziende che, a prescindere dalla loro dimensione, si trovano strette tra casi di positività, quarantene e isolamenti fiduciari. In queste ultime settimane avevamo messo in conto che tutto ciò avrebbe potuto influire in alcuni casi sulla partecipazione al salone, ma i numeri complessivi a oggi tengono, anche sui fronti dei compratori e della stampa”. Non ci saranno i numeri attesi, lo sanno tutti.
“Ma noi – riprende Napoleone - sin dall'inizio della pandemia abbiamo deciso di: restare vicini alle aziende, ai compratori, cercare l'interesse dell'intero sistema moda. E da allora a quella scelta siamo rimasti fedeli, adattandoci all'evoluzione della situazione generale, mettendo sotto pressione l'azienda e i suoi conti. Abbiamo fatto patti trasparenti con i nostri clienti, rassicurati dalla positiva esperienza di giugno”.
@raffaelevitali
