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Pitti/1. La ricetta di Doucal's, Giannini: "Non esiste il cliente tipo, ma uno stile. Sostenibilità? L'importante è la qualità"

14 Giugno 2022

di Raffaele Vitali

MONTEGRANARO/FIRENZE – Gianni Giannini è già in posizione, apre il Pitti Uomo numero 102 e lo stand di Doucal’s è sempre lì, nel suo punto invidiabile davanti a Brunello Cucinelli, che resta la star indiscussa dei quattro giorni fiorentini.

Giannini, che aspettative ha?

“Chiaramente migliori delle precedenti edizioni. Tutti abbiamo rialzato la testa e le conferme sono qui a dimostrarlo”.

Arriveranno i buyer?

“Sappiamo di clienti da Europa e America. Non arriveranno, o forse in pochi, dalla Russia. Ma è davvero un bel vedere”.

Giannini, il settore parla di rincaro dei prezzi che impatterà sul mercato, cosa ne pensa?

“Stiamo cercando di trovare un equilibrio. È aumentato tutto: materie prime, trasporti e produzione. Per capire: se arriva tutto in ritardo, e magari merce di qualità inferiore, si allungano i controlli e quindi i costi”.

Come si rimedia?

“Ognuno deve fare la sua parte, chiaramente in negozio la scarpa qualcosa in più costerà, ma di certo non impattiamo come dovremmo sul cliente. Mettiamo a frutto i nostri 50 anni di storia per limare il più possibile ogni passaggio. Il mio timore, tra l’altro, è che sia solo l’inizio di una fase di aumenti incontrollabile”.  

È più complicato produrre in questa fase?

“I tempi sono l’aspetto più complesso. Perché spesso capita che la materia prima arrivi in ritardo. E siccome molte aziende sono in difficoltà con il personale, facile che gli ordini slittino. Diciamo che è come se vivessimo sulla strada che ci porta a Firenze, un continuo restringimento di carreggiata da superare per andare vanti”.

Giannini, la moda sta cambiando?

“Non per Doucal’s. Noi ci siamo dati una regola: il cliente lo conquistiamo con la qualità. Le tendenze cambiano velocemente, la nostra linea resta. Abbiamo una identità che il cliente apprezza, ma cerchiamo sempre di stupire chi ci sceglie ogni stagione. Noi non ragioniamo su un target”.

Quindi non esiste un cliente tipo?

“Più che altro esiste uno stile. Ci sceglie il cliente che ama il bello e magari preferisce acquistare meno ma bene e sta attento al dettaglio”.

Come declina la parola sostenibilità?

“Qui ci sarebbe molto da dire. Un recente articolo del New York Times certifica la difficoltà di definire in maniera chiara cosa sia davvero sostenibile e quanto in realtà si fermi a pubblicità. Credo più in un sistema sostenibile, che significa qualità del lavoro per i dipendenti, materiale certificato, come creme e collanti. Poi, se devo scegliere una pelle sostenibile perdendo la qualità, non sci sto. Ma scelgo pellame che ha un processo il più possibile naturale. Sono per la qualità sostenibile più che per la sostenibilità”.

Manca metà anno a questo 2022, cosa si aspetta?

“Crescita, di certo un andamento positivo. Il mercato si è risvegliato e premia chi non si è fermato e ha saputo restare vicino ai clienti”.

Nessuna preoccupazione? “Purtroppo molte, perché ci sono questioni che non possiamo controllare. Faccio un esempio: se si blocca l’arrivo di un materiale…meglio non pensarci e continuare a lavorare come sappiamo, con produzione a chilometro quasi zero e un controllo meticoloso di ogni passaggio, come se fossimo delle brave massaie”.

@raffaelevitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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